Pensioni, ormai è deciso: addio legge Fornero ma le alternative potrebbero essere ancora peggio

Il Governo di Giorgia Meloni procede spedito verso il superamento della Legge Fornero ma le alternative messe in campo potrebbero essere ancora peggio.

Fu annunciata tra le lacrime e di lacrime, da quel lontano 2012, ne sono state versate tante da parte di lavoratori, padri di famiglia, nonni costretti a restare inchiodati al lavoro almeno fino a 67 anni. La Legge Fornero, dopo oltre tredici anni, potrebbe essere giunta al capolinea.

l'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero
Pensioni, ormai è deciso: addio legge Fornero ma le alternative potrebbero essere ancora peggio -(foto Ansa)- Viagginews.com

Il Governo di Giorgia Meloni, infatti, procede spedito verso il suo superamento che potrebbe arrivare proprio con la Legge di Bilancio 2026. Del resto si tratta di una delle promesse fatte dal Premier al suo elettorato durante la campagna elettorale: superare la legge Fornero entro la fine della prima legislatura.

L’Europa non è d’accordo: si rischia di compromettere il sistema favorendo le uscite anticipate. E, in effetti, questo è un problema con cui bisogna fare i conti perché, altrimenti, il pericolo è di assistere ad un crollo verticale dell’Inps. Per tenere tutto in piedi sono state proposte due alternative che potrebbero entrare in vigore già dal prossimo gennaio: Quota 41 flessibile e la pensione anticipata contributiva per tutti. A ben vedere, però, potrebbero non essere poi così vantaggiose.

Addio legge Fornero: ecco le alternative in campo

La legge Fornero sembra avere i mesi contati: l’Esecutivo di Centrodestra è deciso più che mai ad andare oltre ma le alternative che potrebbero entrare in vigore a partire dal prossimo gennaio non sembrano così vantaggiose. Vediamo nei dettagli i possibili scenari.

uomo seduto sul divano con le mani sotto al viso e l'espressione preoccupata
Addio legge Fornero: ecco le alternative in campo/Viagginews.com

Andare oltre la Legge Fornero è l’unica scelta possibile se si vuole evitare l’aumento dell’età pensionabile ogni due anni. Se questo meccanismo non verrà bloccato, a causa dell’aumento della durata della vita media, arriveremo al punto in cui si dovrà timbrare il cartellino fino ad oltre i 70 anni prima di poter ricevere il tanto agognato assegno dell’Inps. Tuttavia bisogna anche tenere conto delle condizioni non rosee delle casse statali.

Agevolare troppe uscite anticipate di massa sarebbe un colpo a cui non reggerebbero. Ecco perché il Governo sta valutando di sostituire la Fornero con due misure che, però, rischiano di non essere particolarmente vantaggiose: non per tutti quantomeno. La prima è Quota 41 flessibile: una sorta di Quota 41 rivisitata. Infatti, a differenza della misura classica che già conosciamo, Quota 41 flessibile si rivolgerà a tutte le categorie e consentirà di accedere alla pensione sempre con 41 anni di contributi ma non prima dei 62 anni.

Fin qui tutto bene se non fosse che, per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni, il pensionato subirà una decurtazione del 2% sull’assegno previdenziale. Pertanto chi, ad esempio, andrà in pensione a 62 anni, pur avendo lavorato ben 41 anni si troverà con un assegno ridotto del 10%.

Pensione anticipata contributiva per tutti

Il Governo di Giorgia Meloni sta lavorando a due alternative da mettere in campo con la prossima Manovra di Bilancio per sostituire la Legge Fornero. Una è Quota 41 flessibile, l’altra la pensione anticipata contributiva.

uomo seduto sul divano preoccupato con una mano sulla fronte
Pensione anticipata contributiva per tutti/Viagginews.com

La pensione anticipata contributiva consente di andare in pensione con 20 anni di contributi a soli 64 anni anziché a 67 ma, fino ad oggi, si è rivolta unicamente a coloro che non hanno nemmeno un contributo antecedente al 1996, cioè i cosiddetti lavoratori “contributivi puri”. Inoltre occorre soddisfare una seconda condizione: l’assegno previdenziale deve raggiungere almeno determinate soglie:

  • 3 volte l’importo dell’assegno sociale per gli uomini e le donne senza figli;
  • 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale per le donne con un solo figlio;
  • 2,6 volte l’importo dell’assegno sociale per le donne con almeno 2 figli.

Dal prossimo anno questa misura potrebbe essere estesa  a tutti ma con diverse condizioni. In primis il requisito contributivo passerà da 20 a 25 anni. In secondo luogo per raggiungere l’importo dell’assegno previdenziale richiesto, i lavoratori potranno avvalersi della propria pensione integrativa privata e anche del proprio Tfr. In pratica per poter andare in pensione prima si dovrà rinunciare al Tfr.

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