Le rilevazioni delle agenzie meteorologiche americane hanno confermato che La Niña sta per arrivare il che apre uno scenario insolito per il prosieguo dell’autunno e per l’inverno anche alle nostre latitudini.
Probabilmente conoscete come fenomeno atmosferico El Niño, ovvero un surriscaldamento eccessivo delle acque pacifiche nella zona tropicale che porta alla formazione di piogge intense, venti violenti e vere e proprie tempeste tropicali. Ebbene la Niña fa parte dello stesso ciclo climatico (Enso) ed è l’esatto opposto.

Questo fenomeno infatti si verifica quando c’è un raffreddamento repentino ed anomalo dell’acqua superficiale dell’Oceano Pacifico nella zona tropicale. Tale raffreddamento è solitamente causato da un’azione più intensiva dei venti Alisei e comporta, quando si verifica, una stagione autunnale e invernale decisamente più fredda e piovosa del normale.
Le rilevazioni effettuate dal NOOA (agenzia americana che si occupa di rilevazioni oceaniche e atmosferiche) in questi giorni ha confermato che le acque superficiali del Pacifico Orientale e Centrale si stanno raffreddando rapidamente, il che è una conferma del fatto che quest’anno ci sarà la Niña.
Potreste chiedervi a questo punto in che modo questo possa interessare l’Europa, visto che generalmente il fenomeno climatico di cui stiamo parlando ha effetti diretti sulla zona del Nord e Centro America, ebbene in realtà la sua formazione ha effetti sul clima globale e sebbene indiretti e meno intensi questi effetti giungeranno anche nel nostro continente, condizionando sia le prossime settimane di autunno che tutto l’inverno.
Cosa comporta la formazione de la Niña sul clima italiano
Trattandosi di un fenomeno climatico lontano dall’Europa, qui da noi non c’è il rischio che la Niña aumenti il rischio di formazione e avvicinamento alle coste di uragani come in America. Tuttavia gli effetti non sono da sottovalutare, poiché modifica le correnti a getto e la circolazione atmosferica globale e questo potrebbe tradursi in temperature molto più fredde del normale, formazione di cicloni mediterranei che ci interessano da vicino e precipitazioni anomale.

Nel concreto i rischi collegati alla formazione di cicloni mediterranei potrebbe portare a fenomeni precipitatori intensi che potrebbero causare nubifragi, smottamenti e anche nello scenario peggiore alluvioni lampo. Le irruzioni fredde portate dai venti avranno effetto sia sulle temperature che sulle precipitazioni: c’è il rischio di nevicate intense sulle zone montane ma anche la possibilità che queste nevicate scendano di quota e colpiscano anche le zone pianeggianti limitrofe.
Tutto fa suppore dunque che l’inverno 2025/2026 possa essere più freddo del normale e che ci si debba preparare ad un periodo natalizio – gli effetti de la Niña sono più intensi tra novembre e dicembre – particolarmente segnato dal maltempo.





