Il Marocco è una terra che si racconta attraverso i suoi paesaggi, scenari potenti e contrastanti che si imprimono nella memoria del viaggiatore. Esplorare questo Paese significa intraprendere un viaggio visivo e sensoriale straordinario, un percorso che conduce dalle geometrie silenziose e sconfinate del deserto al cuore pulsante e labirintico delle sue antiche città.

È un’esperienza costruita su opposti che si attraggono: il silenzio quasi sacro che dialoga con il frastuono vitale dei souk, la maestosità della natura che si confronta con la genialità architettonica dell’uomo. Comprendere il Marocco vuol dire lasciarsi avvolgere da queste atmosfere diverse, scoprendo come ogni orizzonte, sia esso di sabbia o di mura merlate, offra una prospettiva unica e un’emozione irripetibile.
Il silenzio suggestivo del deserto del Sahara
Il viaggio verso sud, dove le strade asfaltate lasciano il posto a un oceano di sabbia, è un’immersione in un paesaggio primordiale che trasforma la percezione dello spazio e del tempo. Le dune del Sahara, in particolare quelle imponenti dell’Erg Chebbi o quelle più remote dell’Erg Chigaga, non sono semplici colline di sabbia, ma monumenti naturali in continuo movimento, scolpiti dal vento in forme sempre nuove. Le loro linee sinuose e le creste affilate cambiano colore con il passare delle ore, passando dall’oro pallido del mattino all’ocra intenso del pomeriggio, fino a infiammarsi di sfumature arancioni, rosse e violacee durante il tramonto.
Vivere il deserto significa abbandonare i ritmi frenetici per abbracciare una dimensione di quiete assoluta. Il lento incedere dei dromedari, l’unico suono che rompe un silenzio quasi assordante, culla il viaggiatore fino a un accampamento berbero. Qui, dopo il calore del giorno, si sperimenta il freddo secco della notte e la magia di uno degli spettacoli più puri: un cielo stellato di una limpidezza quasi irreale.
Il labirinto incantato delle città imperiali
Dalla vastità del deserto ci si sposta alle città imperiali, un universo architettonico e umano completamente diverso, dove il paesaggio si fa denso e stratificato. Entrare nella medina di Fes, una delle aree urbane medievali più grandi e intatte al mondo, è come perdersi volontariamente in un labirinto sensoriale di novemila vicoli stretti, un groviglio di passaggi dove la luce del sole filtra a fatica. Qui lo scenario è fatto di mura antiche, di portali in legno di cedro finemente intagliati, di fontane decorate con le tipiche piastrelle e del brulichio incessante di persone. L’aria è satura di suoni e odori: il martellare ritmico degli artigiani del rame, il richiamo dei venditori, il profumo delle spezie che si mescola a quello più aspro del cuoio proveniente dalle antiche concerie. Marrakech risponde con un’energia differente ma altrettanto potente.
Il suo cuore è la piazza Jemaa el-Fna, un teatro a cielo aperto che si trasforma con il calar del sole, quando le bancarelle di cibo si animano tra nuvole di fumo e profumi invitanti. Il paesaggio urbano qui è definito dal colore rosso delle sue mura, dal verde lussureggiante dei giardini nascosti nei cortili dei riad e dai minareti che svettano verso il cielo, offrendo un contrappunto perfetto all’infinità del deserto. Per chi volesse godere delle meraviglie del Marocco, condotto da guide esperte e senza troppi pensieri rivolti all’organizzazione del viaggio, ci sono siti, come quello raggiungibile a questo link, che consentono di vivere un’esperienza immersiva in questo paese intrigante e affascinante e dalla cultura e le bellezze inestimabili.





