Fungo killer spaventa l’Europa, scatta l’allerta: sempre più casi in Italia

I dati riguardanti la diffusione del “Fungo killer” in Europa preoccupano, i casi sono aumentati in maniera esponenziale negli ultimi 10 anni e l’Italia è il terzo Paese più colpito d’Europa.

Di recente la diffusione della serie tv ‘The Last of us’ di HBO ha fatto alzare l’attenzione sul possibile contagio umano da funghi killer. In quello specifico caso gli esperti hanno spiegato che sebbene una trasmissione da fungo ad essere umano sia possibile, nel caso specifico del Cordyceps di cui si parla nella serie è altamente improbabile.

Immagine molecolare di struttura fungina nell'organismo
Fungo killer spaventa l’Europa, scatta l’allerta: sempre più casi in Italia – viagginews.com

Ciò non significa che dei funghi non possano infettare l’organismo umano e che questa infezione non possa risultare letale in determinate circostanze. Il caso emblematico in tal senso è quello che riguarda Candidozyma Auris, una tipologia di fungo che si diffonde facilmente nelle strutture ospedaliere e che nel tempo è diventato farmacoresistente.

Proprio questa sua caratteristica di riuscire a resistere alle terapie più comuni contro le infezioni fungine ha fatto sì che venisse ribattezzato il “Fungo killer”. Va precisato in ogni caso che il Candidozyma Auris può risultare letale solo nel caso in cui si insedi nell’organismo di una persona già gravemente malata o comunque immunodepressa, il che comunque non deve fare abbassare il livello d’allerta.

Il fatto che si propaghi principalmente nelle strutture ospedaliere e che sia di difficile eliminazione – tende a resistere anche nel caso in cui le strumentazioni e le stanze vengano opportunamente sanificate – lo rende particolarmente pericoloso per coloro i quali si dovessero trovare negli ospedali infettati da questo fungo.

Prevenzione e diagnosi precoce uniche armi contro il fungo killer

Per farci un’idea di quale sia la portata di queste epidemie da Candidozyma Auris, basta citare i dati che sono stati condivisi recentemente dal Centro Europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie infettive: nel solo 2023 sono stati segnalati 1.346 casi in 18 Paesi.

infermiera che disinfetta letto d'ospedale
Prevenzione e diagnosi precoce uniche armi contro il fungo killer – viagginews.com

Lo studio condotto dall’Ecdc rivela che negli anni compresi tra il 2014 ed il 2023 sono stati registrati 1.807 casi in Spagna, 852 casi in Grecia, 712 in Italia, 404 in Romania e 120 in Germania (5° paese per numero di casi riscontrati). Il picco registrato nel 2023 (oltre mille casi in un solo anno) dimostra che da casi isolati si è passati a veri e propri focolai che adesso rendono complicata l’individuazione precisa dell’origine e dunque del contenimento.

Intervistato da ADNKronos, della Sezione resistenza antimicrobica e infezioni correlate all’assistenza sanitaria dell’Ecdc, Diamantis Plachouras ha ammesso: “C. auris si è diffusa nel giro di pochi anni, passando da casi isolati a una diffusione capillare in alcuni Paesi. Questo dimostra la rapidità con cui può insediarsi negli ospedali”.

Lo stesso esperto ha comunque voluto tranquillizzare spiegando che attraverso una diagnosi precoce ed un controllo rapido e coordinato è possibile evitare un’ulteriore trasmissione del fungo. Affinché questo accada, però, è necessario che tutti i Paesi in cui sono stati riscontrati i casi si attrezzino per affrontarli: “Nonostante l’aumento del numero di casi, solo 17 dei 36 Paesi partecipanti alla survey dispongono attualmente di un sistema di sorveglianza nazionale per C. auris; solo 15 Paesi hanno sviluppato linee guida nazionali specifiche per la prevenzione e il controllo delle infezioni”.

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