L’esame di maturità nel 2026 sarà diverso da quello dell’anno scolastico concluso a giugno. I cambiamenti saranno significativi per studenti e professori.
La riforma della scuola interviene su diversi aspetti, oggi approfondiremo le novità riguardanti l’esame di maturità. Gli studenti devono conoscere i cambiamenti introdotti dal Ministro Valditara per l’anno scolastico 2025/2026.

La campanella suona dando il via ad un nuovo anno scolastico ricco di novità. Inutile dire come le discussioni sulla riforma siano subito iniziate perché c’è chi apprezza i cambiamenti – in tutto o in parte – e chi non trova nelle modifiche un significativo cambio di rotta per migliorare il sistema scolastico.
Debito con sei in condotta, divieto dell’uso degli smartphone nell’orario scolastico, attività di volontariato per chi viene sospeso per più di due giorni, divieto per i professori di aggiungere compiti nel registro scolastico dopo la fine delle attività giornaliere e di inserire due verifiche nello stesso giorno sono alcune delle novità emerse in questi ultimi giorni. Una stretta dettata dalla necessità di ristabilire ordine e disciplina e di educare i ragazzi dove le famiglie non arrivano. Verranno adottati cambiamenti significativi anche in relazione all’esame di maturità.
Tutte le novità dell’esame di maturità
L’esame di Maturità – dal 2026 non si chiamerà più esame di Stato – servirà per valutare le competenze, gli apprendimenti, l’autonoma e la responsabilità di ogni studente. Saranno mantenute le due prove scritte più l’orale ma attenzione, la scena muta non sarà più ammessa. Chi all’orare non proferirà parola verrà bocciato, per essere promossi tutte e tre le prove dovranno essere sostenute.

La seconda prova scritta oggi d’indirizzo, nel 2026 sarà sempre di indirizzo ma con approfondimenti di logica o problem solving. Per quanto riguarda l’orale non ci sarà più il famoso spunto da cui partire per collegare tutte le materie. A gennaio verranno scelte quattro discipline su cui cimentarsi – diverse per ogni indirizzo scolastico.
La commissione ridotta a quattro membri – due esterni e due interni – più il Presidente potrà porre domande, richiedere approfondimenti multidisciplinari, spunti di riflessione sull’educazione civica ed effettuare una valutazione dell’autonoma e della capacità argomentativa dello studente. Inoltre durante il colloquio verrà chiesto al candidato di parlare delle sue esperienze relative i PCTO.
Nel Decreto approvato lo scorso 4 settembre, poi, si legge che la comunicazione del punteggio delle prove scritte verrà comunicato solamente una volta terminato il colloquio. Questo cambiamento è stato spiegato da Valditara come un modo per garantire maggiore serenità agli studenti nello svolgimento della prova orale. Infine, i risultati delle prove invalsi verranno inserite nel curriculum scolastico in forma descrittiva dopo la conclusione dell’esame di Maturità.





