È overdose da social media, i neurologi hanno scoperto che hanno lo stesso effetto delle droghe. Ecco come alterano il cervello.
I social media hanno due scopi: uno dichiarato, uno più subdolo. Il primo riguarda la comunicazione immediata. Il secondo è il tentativo di imprigionarci al loro interno il più possibile, agendo direttamente sul sistema di gratificazione del circuito dopaminergico.

Questo causa una diminuzione del benessere soggettivo auto-percepito. Cosa significa? Il nostro cervello, abituato ai continui stimoli provenienti da immagini e post, non prova più soddisfazione per la vita reale. Tutto appare all’improvviso irrimediabilmente noioso, anche se non lo è.
Cosa succede quando il cervello va in overdose da social media
Ogniqualvolta scrolliamo una quantità indicibile di foto e video su Instagram, il nostro cervello riceve uno stimolo gratificante. L’area tegmentale ventrale rilascia dopamina verso il nucleo accumbens. La dopamina è un neurotrasmettitore che appartiene alla famiglia delle catecolamine, della quale fa parte anche l’adrenalina. Il nostro corpo tende a rilasciarla soprattutto quanto riceviamo una “ricompensa” che in quel momento, appunto, ci gratifica. È uno stimolo che crea dipendenza.

Un secondo fattore che favorisce il rilascio di dopamina è l’imprevedibilità della ricompensa. Quando, ad esempio, i contenuti social non ci piacciono, il nostro cervello ci porta a continuare a scrollare, in quanto è consapevole che prima o poi arriverà la gratificazione. Quando però questa non arriva, ecco che si palesa il lato oscuro delle piattaforme: la diminuzione del proprio benessere psicofisico. La sensazione di vuoto. Nei casi più gravi, una forma latente di depressione.
Diversi studi di neuroimaging hanno confermato come un abuso dei social possa potenzialmente alterare la materia grigia, ovverosia l’area del cervello dove si concentrano i nuclei neuronali e che influenza le aree che regolano le emozioni, la ponderazione di decisioni e l’autocontrollo. L’impatto più forte è sulla capacità di concentrazione e prestazione cognitiva. Proprio come quando si assumono droghe, che siano pesanti o leggere.
Che sia chiaro, questo non significa che bisogna isolarsi dal mondo. È importante però dominare questi strumenti e non farsi dominare da essi. È utile in tal senso tenere lontano il telefono durante attività importanti come studio e lavoro, resistere alla tentazione di aprire il social ogni minuto, stabilire periodi di astinenza regolari e rimanere all’interno della piattaforma solo per un’oretta, centellinata nel corso della giornata. Non di più.





