Il Cilento, terra antica e misteriosa: tra spiagge e borghi medievali, si cela una cascata che sembra lo scenario di una fiaba.
Il nome della cascata rimanda a un mito, ma lo scenario è così suggestivo da far immediatamente pensare a una fiaba, a un luogo incantato, popolato da ninfe o fate. Questa piccola cascata montana immersa nel verde, vicina ai resti di un mulino, è nota come cascata Capelli di Venere. Ci troviamo a Casaletto Spartano, piccolo borgo del Cilento Meridionale, al confine con la Basilicata.

Tanti turisti attratti dalle spiagge di Palinuro e Marina di Camerota ignorano che a pochi chilometri dalla costa si apre un’estesa area naturale protetta, animata da fiumi incontaminati, boschi antichissimi, grotte carsiche e altre meraviglie tutte da scoprire. E tra queste c’è di certo l’incantevole cascata dei Capelli di Venere.
La leggenda vuole che la dea Venere, sedotta dalla natura incontaminata e suggestiva del Cilento, si fosse rifugiata in un piccolo e fitto bosco, per lavarsi nelle acque limpide del Rio Bussentino. A bordo del fiume, la dea della bellezza passava ore e ore a pettinarsi i lunghi capelli con un pettine d’oro. Un giovane pastore si fermò a spiarla e, rapito da tanta bellezza, osò allungare una mano per provare a raccogliere da terra alcuni capelli della dea. Voleva averli con sé.
Venere si accorse della mano che sbucava da un cespuglio e, offesa, fuggì via lasciando cadere il pettine. Lo strumento cadde sulle rocce a bordo del fiume e diede origine a una cascata. E i ciuffi dei suoi capelli caduti a terra furono trasformati in fronde di felce. Le stesse fronde che ancora oggi adornano le rocce. Da un punto di vista naturalistico, sono proprio queste fronde a dare il nome alla cascata.
Cascata Capelli di Venere, un angolo da fiaba nel Cilento
Questo luogo incantato si chiama così, verosimilmente, per l’abbondante presenza della felce Adiantum capillus-veneris, che comunemente chiamiamo Capelvenere. Una pianta che cresce rigogliosa sulle rocce umide attorno alla cascata, con fronde sottili e delicatissime. Proprio come potrebbero essere i capelli di una dea come Venere.

Per visitare la cascata che sa di fiaba, bisogna arrivare a Casaletto Spartano, seguendo la statale che da Bussentina va a Sapri. Dal piccolo borgo bisogna poi intraprendere dei sentieri nell’oasi Capello. A guidare il visitatore sarà il rumore dell’acqua. Seguendo il fiume, si sarà accompagnati laddove il rio scorre tra muschi e felci, formando vasche naturali. Qui è possibile fare il bagno… anche se l’acqua è così pulita e pura da essere gelida, persino in piena estate!).
Bisogna muoversi con rispetto, perché il sito è parte di una riserva protetta. Ci sono vari sentieri, tutti abbastanza agevoli, per esplorare la zona. Ci sono poi dei bellissimi ponti in legno che permettono di attraversare il fiume. L’ingresso alle cascate costa circa 3 euro, e include l’accesso all’area attrezzata dove poter fare pic-nic. In questa cascata le acque, ricche in carbonato disciolto, fuoriescono gocciolando sulla superficie. Così depositano il carbonato e danno forma al travertino. Ecco perché la cascata pare risplendere al sole.





