Il mio vicino di ombrellone chiacchierava a voce alta e ascoltava la radio a massimo volume: l’ho denunciato e ho vinto la causa.
Reduce da un inverno frenetico dal punto di vista lavorativo, ti rechi in spiaggia e speri finalmente di goderti il meritato riposo. Sei però sfortunato: ti capita un vicino di ombrellone chiassoso e poco rispettoso.

Farebbe bene a ridimensionare il suo comportamento. Il riposo non è solo una necessità legittima, ma un diritto identificato nel Codice Penale. Chi nega a un cittadino un diritto, rischia pertanto di essere perseguito dalla legge.
Urla e schiamazzi in spiaggia, rischi di essere perseguito penalmente
L’art. 659 del codice penale afferma che “chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando e non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone” è perseguibile secondo la giurisdizione italiana. Questo significa che il riposo viene considerando un diritto e pertanto viene tutelato dalla legge. Nella sostanza, i vostri vicini di ombrellone non possono disturbarvi.

Se volete sonnecchiare sulla sdraio o leggere un buon libro in riva al mare, avete tutto il diritto di reclamare quiete e tranquillità. “Se vuoi dormire, non puoi costringerci a stare zitti” – potrebbe rispondere un cittadino chiassoso e poco collaborativo. Ebbene, voi non potete costringere il vicino a rimanere in silenzio, ma le forze dell’ordine sì. Ci sono una serie di comportamenti vietati, nei quali gioca un ruolo fondamentale nella loro impunità la mancata conoscenza di quanto afferma il Codice Penale e il Codice Civile.
Un cane che abbaia tutte le notti, i ragazzi che ascoltano la musica ad alto volume in spiaggia, il signore che segue la partita di calcio con il telefonino senza usufruire delle cuffiette, chiacchiericci persistenti con tono di voce molto alto. Si tratta di frangenti regolamentati proprio dall’art. 659 del c.p., in quanto sono considerati a tutti gli effetti atti di disturbo della quiete pubblica. Un reato che non va preso sottogamba.
In caso di comportamento reiterato e atteggiamento poco collaborativo, il vicino di ombrellone maleducato e tutta la sua combriccola rischiano l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda fino a 309 euro. Questo perché la giurisdizione italiana considera gli schiamazzi e i rumori una vera e propria molestia ai danni altrui. Se dunque in spiaggia più persone denunciano l’accaduto, il responsabile – come abbiamo visto – può incorrere a sanzioni piuttosto pesanti.





