L’Inps non ha liquidato il bonus stanziato dallo Stato per assistere migliaia di famiglie italiane: la situazione è critica, ecco cosa fare
In Italia capita molto spesso che normative volte a sostenere economicamente milioni di cittadini in difficoltà, poi non trovino corretta applicazione per problematiche burocratiche. Ecco perché, come nel caso di cui stiamo per trattare, poi accade che tante famiglie italiane si ritrovino in ginocchio, dopo aver confidato in strumenti che avrebbero dovuto risollevarle.

Questo è quello che è accaduto con il recente bonus dedicato a moltissimi genitori in possesso di determinati requisiti, una misura che avrebbe dovuto consistere in un contributo per pagare le rette per la frequenza di scuole pubbliche e private o per fornire assistenza domiciliare. Ma l’Inps è in ritardo nel liquidare la somma, ecco cosa è successo e cosa bisogna fare.
“Se i genitori non riescono a pagare, anche se per cause indipendenti alla loro volontà, noi non abbiamo risorse per pagare stipendi, fornitori, bollette e garantire il servizio“, ha dichiarato Elisa Pisani ad Assonidi Veneto, lanciando l’allarme per i ritardi dell’Inps.
Assegno unico e altri bonus aboliti per i ritardi: novità choc
Molti genitori smettono di pagare le rette scolastiche in attesa del bonus che l’Inps avrebbe dovuto liquidare, o chiedono ad associazioni come Assonidi di anticipare spese che in molti casi non possono permettersi. L’esempio dell’associazione veneta è emblematico, perché permette di comprendere al meglio come una problematica che parte a livello statale poi si ripercuota sui cittadini e sui privati, gravando in modo sostanziale.
La colpa del ritardo dell’Inps? Un problema di carattere burocratico che sembra essere di difficile risoluzione e che sta mettendo in ginocchio moltissime famiglie italiane che non sanno come fare per garantire un’istruzione adeguata ai propri figli. Cerchiamo di capire nel dettaglio cosa è successo e il perché dei ritardi.

Il bonus di cui si sta parlando è il “Bonus Nido”: un contributo per il pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati o per forme di assistenza domiciliare. È rivolto ai genitori di un minore in possesso dei requisiti richiesti. Tuttavia l’Inps è in ritardo con i pagamenti: in base alle novità introdotte dall’ente con la circolare n. 1165 dello scorso 4 aprile, il rimborso lo può ottenere solo chi ha sostenuto la spesa che sarebbe stata poi rimborsata.
Questa novità prevedeva un cambio retroattivo, valendo anche sulle domande del 2024, ma allo stato attuale, è tutto bloccato e non si comprende come questo debba operare. L’anno scorso, secondo la normativa, bastava che la spesa fosse sostenuta da uno dei due genitori e non era necessario che a richiedere il Bonus fosse lo stesso che aveva inoltrato la richiesta.





