Questo lago italiano amato e molto frequentato nasconde un pericolo enorme che in pochi conoscono

Un lago molto frequentato affascina non solo per l’incantevole paesaggio ma anche per una curiosità piuttosto inquietante.

Un pericolo si nasconde nelle profondità di un lago italiano. La natura può essere incantevole ma allo stesso tempo spaventosa perché piena di rischi più o meno noti. Vi porteremo a fare un viaggio nella profondità del Lago di Albano per scoprire quale segreto cela.

Ragazza stupita e lago
Questo lago italiano amato e molto frequentato nasconde un pericolo enorme che in pochi conoscono (Viagginews.com)

Tante persone reputano i laghi posti pericolosi e, dunque, da evitare specialmente se si intende fare una nuotata rinfrescante. Questo timore è fondato perché seppur chiusi e apparentemente tranquilli e calmi possono mettere a rischio la vita delle persone. Con il vento forte la corrente dei laghi non deve essere sottovalutata, nemmeno i pescatori escono in barca già con 30 km/h.

Nei laghi si possono formare delle trombe d’aria e anche delle trombe d’acqua. E non bisogna fidarsi nemmeno delle acque calme, essendo dolci rendono più difficile nuotare e restare a galla e possono creare dei mulinelli a causa di particolari condizioni di temperatura e pressione dell’acqua stessa. Ma il lago di Albano nasconde un altro pericolo che dipende dalla sua origine vulcanica.

Quali sono i rischi di un tuffo nel lago di Albano

Tutti i laghi di origine vulcanica possono avere nelle profondità delle acque degli accumuli di gas che nelle zone temperate vengono smaltiti con rimescolamento naturale delle acque. A causa del riscaldamento globale, però, questi meccanismi possono essere messi in crisi con conseguenze sia per l’ambiente che per l’uomo.

Lago di Albano
Quali sono i rischi di un tuffo nel lago di Albano (Viagginews.com)

Essendo il Lago di Albano il lago craterico più profondo d’Europa con i suoi 170 metri e con una morfologia sommersa peculiare viene costantemente monitorato dalla fine degli anni ’80 dopo che il primo monitoraggio ha rivelato un accumulo di CO2 sul fondale. Un ristagno di anidride carbonica che risultò prodotto in contemporanea con lo sciame sismico che fu registrato in quel periodo.

Parliamo di una situazione molto simile a quella che portò il Lago Nyos ad essere chiamato il lago assassino dopo che il 21 agosto 1986 soffocò circa 1.800 persone in una notte. Causa della tragedia una ricarica di CO2 causata da un degassamento graduale e costante avvenuta lungo la linea vulcanica del Camerun.

Le analogie tra il Lago Nyos e il Lago di Albano hanno dato vita a monitoraggi frequenti. Fortunatamente nel nostro lago si è registrata una riduzione del contenuto di CO2 tra gli anni ’90 e 2000 con conseguente conclusione che il degassamento avviene in modo diverso rispetto quello di Nyos. Le dinamiche differenti potrebbero essere legate al clima diverso, temperato ad Albano e tropicale nel Camerun. Ciò non toglie che ci siano ancora dubbi sulla possibilità che i cambiamenti climatici alterino le dinamiche del lago di Albano facendolo diventare un “Lago Nyos europeo”.

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