I pensionati sono di fronte ad una scelta difficile, non imposta ma quasi. Il rischio è quello di perdere tanti soldi.
Per alcuni, il 2025 è l’anno in cui è possibile raggiungere la pensione anticipata: un sogno per molti. Ma lo Stato ci ha messo lo zampino promettendo un aiuto importante a chi rinuncia alla pensione prima dei tempi. Una scelta difficile da ponderare bene.

La nuova circolare INPS del 16 giugno 2025 ha introdotto importanti novità per i lavoratori che maturano i requisiti per la pensione anticipata entro il 31 dicembre 2025. In sintesi: chi decide di restare al lavoro, invece di andare subito in pensione, può beneficiare di un incentivo economico rilevante, mentre chi si ritira subito rischia di perdere una somma consistente ogni anno. Ecco perché la scelta non è per niente semplice. I lavoratori dipendenti che maturano i requisiti per la pensione anticipata (Quota 103 o pensione anticipata ordinaria) entro il 31 dicembre 2025, possono scegliere di rinunciare temporaneamente alla pensione e continuare a lavorare.
Se la scelta è quella di continuare a lavorare, la quota di contributi previdenziali normalmente a carico del lavoratore (pari al 9,19% della retribuzione lorda) non viene più versata all’INPS, ma viene erogata direttamente in busta paga, esentasse. L’aumento netto in busta paga è considerevole e può arrivare fino a 7.200 euro l’anno, a seconda della retribuzione individuale.
Se decidi di continuare a lavorare prendi più soldi ma la pensione sarà più bassa
L’incentivo diminuisce con l’età: già a 66 anni l’aumento scende a circa 1.400 euro l’anno, perché si avvicina l’età della pensione di vecchiaia classica.

Chi matura i requisiti per la pensione anticipata flessibile (Quota 103 con 62 anni di età e 41 anni di contributi) o per la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne) entro il 31 dicembre 2025, non deve già essere titolare di pensione diretta (eccetto l’assegno di invalidità) e non deve aver raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia (67 anni).
La domanda non è automatica ma va presentata tramite il portale INPS (accesso con SPID, CIE o CNS), nella sezione “Pensione e Previdenza” – “Verifica del requisito di accesso all’incentivo di posticipo del pensionamento”. In alternativa, come sempre in questi casi, ci si può rivolgere a CAF o Patronati. E ora parliamo di pro e contro l’agevolazione. Chi va in pensione subito e rinuncia all’incentivo, può perdere fino a 7.200 euro netti all’anno rispetto a chi sceglie di restare al lavoro e beneficiare del bonus. Ma la scelta di ricevere il bonus comporta un leggero calo della quota contributiva accumulata ai fini pensionistici, poiché i contributi non vengono più versati all’INPS ma pagati direttamente al lavoratore.