Ma è ancora possibile riuscire ad andare in pensione intorno ai 60 anni? Sì, ti svelo tre strade che forse non conosci e che potranno tornarti utilissime.
L’età pensionabile, ad oggi, è ancora ferma a 67 anni ma, molto probabilmente, se il Governo di Giorgia Meloni non interverrà, dal 2027 aumenterà ancora. Il balzo in avanti, secondo le stime, dovrebbe essere di appena 3 mesi ma il guaio è che, finché non verrà superata la Legge Fornero, ogni due anni, l’età per accedere alla pensione dovrà essere rivista per adeguarsi all’aspettativa di vita.

Che fare? Dover aspettare 67 anni o anche di più per godersi la propria famiglia, i propri hobbies e il proprio tempo libero, è un’idea che piace proprio a pochi: forse a nessuno. Del resto, però, riuscire a sfruttare qualche misura di pensione anticipata non è nemmeno facile.
Non è facile ma non è nemmeno impossibile. Tutto sta, come sempre, nel valutare attentamente la propria situazione e nello scegliere l’opzione più adatta a sé. Ad esempio ci sono ben 3 strade che, ancora oggi nel 2025, consentono l’accesso alla pensione con ben 7 anni di anticipo e senza alcun taglio sull’assegno previdenziale.
Tre misure per andare in pensione 7 anni prima: ecco quali sono
Pensi che, nel 2025, andare in pensione a 60 anni sia un sogno irrealizzabile? Ebbene sbagli e anche di grosso. Ci sono tre opzioni che ti consentono di uscire dal lavoro esattamente a tale età o anche prima. Vediamo quali sono.

La prima misura è forse la più conosciuta: la pensione anticipata ordinaria. Questa opzione è molto vantaggiosa in quanto non presenta alcun requisito anagrafico: una persona può accedere alla pensione a qualunque età purché abbia maturato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi se è un uomo oppure 41 anni e 10 mesi se è una donna. Pertanto una donna che ha iniziato a lavorare regolarmente a 18 anni, potrà andare in pensione a soli 59 anni e 10 mesi, un uomo a 60 anni e 10 mesi.
La seconda strada, invece, è Quota 41. Anche Quota 41 non ha alcun requisito anagrafico: è sufficiente avere alle spalle minimo 41 anni di contributi e di questi 41 almeno 35 devono essere effettivi e non figurativi e almeno 1 anno di contribuzione deve essere stato versato prima dei 19 anni. Questa misura, però, ha uno svantaggio: si rivolge solo ad alcune categorie. Infatti possono fruirne soltanto:
- caregivers;
- lavoratori con invalidità pari o superiore al 74%;
- disoccupati che non ricevono più la Naspi;
- addetti ai lavori usuranti da almeno 7 anni negli ultimi 10 o da almeno 6 anni negli ultimi 7.
Infine la terza strada percorribile per andare in pensione con largo anticipo è l’Isopensione. Questa misura si rivolge unicamente ai lavoratori dipendenti al servizio di aziende con problemi di esubero del personale. In questi casi, previo accordo con i sindacati, il datore di lavoro può mandare in pensione il dipendente fino a 7 anni prima e durante questo periodo si farà carico lui dell’assegno previdenziale. Una volta raggiunta l’età pensionabile, invece, a pagare l’assegno sarà l’Inps.