Bonus 1000 euro ai precari: purtroppo bisogna fare domanda, non è automatico

Un caso che fa giurisprudenza e restituisce il sorriso a migliaia di lavoratori. Un bonus da richiedere perché non sarà automatico.

Soldi che ti spettano ma che non ti vengono dati. Ma quando interviene il Giudice del lavoro non si scherza e ci sono buone notizie per chi non ha ricevuto il Bonus che meritava.

banconote 100 euro arrotolate con fiocco e lavagna con la scritta bonus
Bonus 1000 euro ai precari: purtroppo bisogna fare domanda, non è automatico – viagginews.com

Anche i precari devono ricevere il Bonus così come i dipendenti. Questo il succo di una sentenza del tribunale di Rieti che ha dato una risposta inequivocabile ad un lavoratore che si era visto privare di ciò che gli spettava di diritto. Un Bonus da 500 euro all’anno per migliorare le proprie competenze professionali, che non gli è mai arrivato. La sua storia può essere da incentivo per chi, come lui, in quanto precario, si è visto escluso dal sostegno.

Il finale della storia sorride al lavoratore, ma facciamo un passo indietro per capire cosa è successo e come il caso diventi giurisprudenza utile per le migliaia di precari che ancora oggi lavorano senza vedere la luce in fondo al tunnel.

1000 euro di Bonus negati: ora gli spettano anche gli interessi

Vediamo perché il lavoratore ha vinto il ricorso e come questa notizia possa essere di buon auspicio per chi ha vissuto la sua stessa dolorosa esperienza.

insegnante di fronte a allievi
1000 euro di Bonus negati: ora gli spettano anche gli interessi – viagginews.com

Facciamo un passo indietro, dicevano e parliamo della Carta del Docente, un Bonus annuale da 500 euro denominato “La buona Scuola”, che i docenti di ruolo possono utilizzare per la propria formazione e aggiornamento professionale. Con questo bonus gli insegnanti possono acquistare libri, riviste, biglietti per eventi culturali, iscrizioni a corsi e altro materiale, tutto necessario per la loro crescita professionale. Ma cosa succede agli insegnanti precari, ovvero i supplenti?

Ha risposto il giudice del Tribunale di Rieti su ricorso di un insegnante precario che però ha lavorato come supplente. La stessa Corte di Giustizia Europea aveva dato il suo verdetto ed è da qui che il tribunale italiano ha confermato alcuni aspetti importanti. Il comma 121 della legge 107 del 2015, nella parte in cui non attribuisce il bonus di € 500,00 al personale a termine, per la Corte contrasta con la clausola 4 dell’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato: “la formazione dei docenti è obbligatoria, permanente e strutturale”.

Una leva strategica fondamentale per lo sviluppo professionale del personale. L’Amministrazione è dunque tenuta a fornire strumenti, risorse e opportunità che garantiscano la formazione in servizio anche al lavoratore precario. Con la sentenza di Rieti si ricorda, a scanso di equivoci, che “i docenti a tempo determinato sono comparabili a quelli a tempo indeterminato dal punto di vista della natura del lavoro e delle competenze professionali richieste”. I precari o ex precari che ancora non hanno presentato ricorso per vedersi assegnare la Carta, andando a recuperare fino a 3.500 euro netti più interessi, “non devono fare altre che contattare il nostro sindacato”  – scrive l’Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori).

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