Ti hanno curato male? 105.000 euro di risarcimento con questa domanda

Se sfortunatamente viene curato male ed è attestata una responsabilità, puoi avere un risarcimento di migliaia di euro con una particolare domanda: ecco come fare e quando viene accolta.

Nel corso della vita, purtroppo, sono diverse le persone che, per problemi di salute, hanno il bisogno di sottoporsi a delle operazioni; con l’avanzare della ricerca e coi progressi della scienza, fortunatamente, l’esito è molto spesso positivo, ma può capire che dopo un’operazione ci siano anche conseguenze negative, come ad esempio infezioni.

operazione e risarcimento
Ti hanno curato male? 105.000 euro di risarcimento con questa domanda – viagginews.com

Le infezioni post-operatorie hanno cause molteplici e sono date sia dall’ambiente sanitario, sia da alcune condizioni che si sviluppano nel corpo del paziente; possono influire quindi sia l’utilizzo prolungato di dispositivi medici invasivi (in interventi complessi) sia, in modo molto più colpevole, la mancanza di igiene e attenzione all’interno della struttura ospedaliera.

Ma quando è giustificata e lecita la richiesta di risarcimento? Come fare per fare domanda? Ecco tutti i dettagli a riguardo, anche in base a un recente chiarimento arrivato direttamente dalla Corte di Cassazione.

Risarcimento per infezione post-operatoria, quando è possibile richiedere il risarcimento

Come sottolinea il sito periplofamiliare.it, la richiesta di un risarcimento per infezione post-operatoria è giustificata dalle gravi conseguenze di questa sulla salute del paziente: si può andare da un prolungamento del ricovero o a un peggioramento generale della salute, fino alla situazione più drammatica del decesso. Oltre a questo, però, va certificata anche la colpevolezza della struttura sanitaria.

martello del giudice
Risarcimento per infezione post-operatoria, quando è possibile richiedere il risarcimento – viagginews.com

Se l’infezione è data dalla mancanza, o parziale applicazione, delle misure finalizzate a prevenirne la diffusione da parte della struttura medica, allora può essere avanzata la richiesta di risarcimento, dimostrando il nesso causale tra danno subito e il comportamento della struttura sanitaria.

E’ importante però che ci sia una prova lampante del nesso causale: con l’ordinanza del 18 maggio 2025, n. 13162, la Corte di Cassazione (come riporta responsabilecivile.it) ha proprio chiarito i confini nelle controversie in materia di responsabilità medica, specialmente nei casi in cui il danno al paziente derivi da eventi potenzialmente riconducibili a molteplici fattori.

La denuncia, in caso di danno derivante da una pratica sanitaria scorretta, va presentata entro 3 mesi dalla manifestazione del danno; quando alla richiesta di risarcimento in sede civile, può essere presentata entro 5 o 10 anni.  Nel caso in cui il paziente che ha subito i danni sia deceduto, la domanda può essere presentata direttamente dai suoi familiari.

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