Tantissime persone notano una stanchezza crescente con l’arrivo della primavera, non si tratta di un’impressione, ma di un problema da non sottovalutare. Ecco come risolvere.
“Sarà tutta colpa della primavera”, certamente abbiamo sentito questa frase decine di volte o addirittura l’abbiamo pronunciata noi stessi per giustificare una sensazione di malessere generale che consente di fare le proprie azioni quotidiane in maniera non così efficiente come al solito. Troppo spesso però potremmo avere interpretato questo modo di dire come se fosse un luogo comune o quasi, che non ha alcun fondamento scientifico, non a caso non riscontrato da tutti.

E invece la realtà sarebbe davvero ben diversa. I medici, infatti, stanno iniziando a classificare quello che viene definito come “mal di primavera”, in riferimento a un problema che non permette di essere del tutto in forma, senza particolari distinzioni di sesso o di età.
Non si tratta comunque di una patologia, ma di una situazione che ha un nome scientifico, “astenia primaverile”, termine deriva dalla parola greca “asthenes”, che significa “senza forza” e ben descrive lo stato di spossatezza che si prova quando si è in convalescienza o, appunto, durante il cambio di stagione.
Che cos’è il mal di primavera e come superarlo
Il mal di primavera non rappresenta una lamentela poco importante in concomitanza dell’arrivo della stagione identificata con il risveglio dei fiori e non solo, ma è anzi stato confermato da diversi studi scientifici da cui è emerso il legame tra la temperatura esterna, le ore di luce a disposizione, l’escursione termica e il nostro umore e la nostra energia. Non ci sono persone che possono essere più a rischio di altre, ma sicuramente è facile da riscontrare in chi sostiene di essere meteoropatico.
A volte però finiscono per soffrirne anche i soggetti che stanno vivendo una fase difficile a livello personale, per questo temono che il cambio di stagione possa incrinare la loro situazione personale. Chi non si sente bene con l’arrivo della primavera lamenta in genere una stanchezza quasi costante, difficoltà ad addormentarsi e a concentrarsi su studio e lavoro.

Ma quali sono le cause di questo malessere? Determinante è l’alterazione dell’equilibrio del sonno, non appena arrivano i primi caldi dormire appare più difficile, specialmente perché le giornate più lunghe spingono a restare alzati più a lungo, non tenendo conto di come i cambiamenti nei ritmi non facciano bene all’organismo.
A questo si aggiungono l’aumento delle temperature e nelle variazioni di pressione atmosferica, tipiche del passaggio di stagione, che possono condizionare il ritmo circadiano (l’orologio biologico della durata di 24 ore che regola l’alternanza tra sonno e veglia). Questo può influenzare anche la produzione di ormoni, compresa la melatonina, la sostanza che regola i ritmi di sonno-veglia.
Non si può inoltre dimenticare quanto questo periodo possa essere ricco di stress un po’ per tutti. Basti pensare agli studenti, alle prese con le ultime interrogazioni e verifiche per la fine dell’anno scolastico e con l’approssimarsi degli esami. Non va comunque meglio a chi lavora, costretto a gestire diverse scadenze, anche in vista dell’estate in cui tanti si fermeranno almeno per qualche giorno. I problemi diventano però ovviamente più forti per chi soffre di allergie, con una forma di raffreddore quasi costante e in alcuni casi anche difficoltà respiratorie.
Ma è possibile fare qualcosa per alleviare i sintomi o si deve necessariamente attendere? Una cura vera e propria non c’è, ma con alcuni accorgimenti il quadro può migliorare, partendo innanzitutto dal dare al corpo ritmi stabili, sia in merito all’ora in cui ci si corica sia quando ci si alza. Altrettanto utile può essere l’attività fisica regolare, cercando di evitare grossi sforzi, oltre ad altre attività che consentono di rilassarsi, quali lettura, meditazione e yoga.

Occhio poi all’alimentazione, privilegiando frutta e verdura e l’idratazione, facendo il massimo per bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno. È bene ridurre al minimo il consumo di cibi pesanti e difficili da digerire. Qualora il malessere dovesse persistere, è possibile ricorrere agli integratori, meglio se sotto controllo medico, in particolare quelli con vitamina B, C e D.