Pensioni, nuova stangata: gli assegni si abbasseranno ancora, ecco da quando

Altroché rivalutazione e aumenti: gli assegni previdenziali si abbasseranno ancora. Vediamo da quando e perché.

Le pensioni italiane, ad oggi, sono tra le più basse all’interno dell’Unione europea. Non solo sono basse ma sono del tutto sproporzionate rispetto al costo della vita nel nostro Paese che continua ad aumentare di anno in anno. Nonostante le rivalutazioni, gli assegni previdenziali sono insufficienti ad arrivare alla fine del mese.

uomo seduto davanti al computer con la testa tra le mani
Pensioni, nuova stangata: gli assegni si abbasseranno ancora, ecco da quando/Viagginews.com

Ma questa forse non è nemmeno la notizia più grave: prepariamoci ad un’altra stangata. Infatti gli assegni Inps si abbasseranno ancora nonostante il costo della vita è inevitabilmente destinato a salire. Un rapporto inversamente proporzionale che metterà in ginocchio sempre più persone e famiglie.

Anche se il Governo di Giorgia Meloni ha messo in atto diverse agevolazioni e ha rivalutato le pensioni in percentuali importanti negli anni scorsi, i nostri assegni pensionistici sono destinati a scendere d’importo. Il motivo? Un dettaglio insito al sistema stesso che in pochi conoscono e che rappresenta un vero cappio al collo.

Pensioni più basse: ecco da quando

Perdete ogni speranza o voi che sperate in un aumento delle pensioni. Non solo non aumenteranno ma, anzi, si abbasseranno sempre di più. I più svantaggiati, ancora una volta, saranno i giovani che usciranno dal lavoro nei prossimi anni.

Molti di noi conoscono la Legge Fornero solo in modo superficiale. La maggioranza delle persone crede che la Fornero abbia fissato solo i due classici requisiti ormai noti a tutti: per andare in pensione occorre avere almeno 67 anni e minimo 20 anni di contributi. Purtroppo non è così: dietro questa legge si nascondono mille altre insidie.

uomo disperato con le mani tra i capelli
Pensioni più basse: ecco da quando/Viagginews.com

La prima insidia è la seguente: ogni due anni l’età pensionabile deve essere rivista in relazione all’aspettativa di vita. Se quest’ultima è rimasta uguale o è diminuita, nessuna modifica ma se, al contrario, l’aspettativa di vita aumenta allora anche l’età per andare in pensione aumenterà. La conseguenza è che nei prossimi anni andremo in pensione sempre più tardi: arriverà un punto in cui probabilmente dovremo restare a lavorare fino ad oltre 70 anni.

Ad un aumento dell’età, però, corrisponderà una diminuzione dell’assegno Inps. Sembra un paradosso ma è così. Infatti se l’aspettativa di vita aumenta, allora i coefficienti di trasformazione devono essere abbassati. Per chi non lo sapesse i coefficienti di trasformazione sono numeri che, moltiplicati per i contributi che un lavoratore versa, stabiliscono l’importo della pensione che andremo a ricevere.

Più sono alti e più la pensione sarà alta: se vengono abbassati anche la pensione, di conseguenza, si abbasserà. In conclusione, negli anni a venire – forse già a partire dal 2027- l’età pensionabile aumenterà e i coefficienti di trasformazione verranno abbassati. Pertanto possiamo dire che lavoreremo più a lungo per avere un assegno Inps più povero.

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