Benedice chiunque la oltrepassi da 2000 anni: la Guardiana dorata custode della storia siciliana

Sicilia e tradizioni, la Guardiana dorata protagonista della storia siciliana è una benedizione per chiunque la oltrepassi.

Storia, tradizioni e fede, un mix che solo chi ci è passato almeno una volta, può comprendere. L’Italia è un Paese ricco di usanze, alcune di queste locali sono un fiore all’occhiello del folclore, solo che sono in pochi a conoscerle. La Guardiana dorata porta pace e serenità. La sua vicenda tutta siciliana ha i suoi albori a 2000 anni fa, ma ancora oggi vive come simbolo indistruttibile.

sfondo cartina Sicilia e mano che benedice
Benedice chiunque la oltrepassi da 2000 anni: la Guardiana dorata custode della storia siciliana- ViaggiNews.com

“Vos et ipsam civitatem benedicimus” così la Sicilia apre le porte ai suoi visitatori, accolti da una benedizione antica 2000 anni, ma di cui solo concretamente da 90 se ne ha manifesta apparizione. Ma cosa significa?

La trascrizione latina è molto di più di una semplice frase. Unisce passato e presente, soprattutto per chi crede nel simbolo eterno. La Guardiana dorata custode della storia siciliana protegge dall’alto, ma solo pochi sanno il perché sia stata costruita.

Secondo la tradizione, la trascrizione in lingua latina proviene da una lettera che la stessa Vergine Maria avrebbe inviato agli ambasciatori del luogo nel 42 d.C., con la promessa di protezione eterna. Ancora oggi, anima il cuore degli abitanti della città e di chiunque la attraversi.

La frase tradotta è “Benediciamo voi e la città”, ed oggi ha un valore inestimabile.

La Guardiana benedice la storia siciliana: dove si trova

L’iscrizione è un ponte tra passato e presente, proviene da un tempo antichissimo, risale alla lettera sopracitata, ed è tutt’oggi una ricchezza culturale che contribuisce a rendere la città una perla rara del Mediterraneo.

sfondo Statua della Madonna della lettera Messina e tondo con primo piano statua
La Guardiana benedice la storia siciliana: dove si trova- ViaggiNews.com

La lettera della Vergine Maria sarebbe stata inviata proprio agli ambasciatori messinesi. Una tradizione di 2000 anni, ma che prese vita solo nel 1934 con l’arcivescovo Angelo Paino che avviò i lavori.

Non solo un’opera d’arte che accoglie con un benvenuto speciale e un riferimento geografico unico nel suo genere, ma l’incarnazione massima del legame che sussiste tra i messinesi e la loro patrona.

La struttura è posta nell’estrema punta dell’ansa portuale, ultimo baluardo del sistema di fortificazioni costruito nel 1546 dall’imperatore Carlo V, dove già c’è documentata una primitiva Torre di Sant’Anna. A capo del progetto, Francesco Barbaro, con l’aiuto dello scultore Tore Edmondo Calabrò.

Inaugurato dall’arcivescovo nel 1934 con uno speciale impianto radio a onde ultracorte messo in atto da Marconi, il monumento fu benedetto da Papa Pio XI in collegamento da Castelgandolfo. L’evento fu così importante ed eccezionale che venne decritto dal The Times di Londra nel numero del 12 settembre 1934!

La stele è alta 60 m e la statua della Madonna della Lettera 7 m. La Madonna è raffigurata nell’atto di benedire con la mano destra, mentre sulla sinistra regge la lettera consegnata all’Ambasceria messinese.

Chiamata affettuosamente la “Madonnina”, è il simbolo della città. Ancora oggi i messinesi sparsi per il mondo, sentono questo forte legame, qualcosa che nelle metropoli più affollate è molto difficile da percepire.

Non solo una Guardiana rivestita in oro, ma la promessa di una protezione che lega l’intera comunità. All’ingresso e all’uscita delle navi dal porto, veglia sulla città.

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