Il vino diventerà un bene di lusso? L’Unione Europea ha annunciato una stretta e le tasse potrebbero essere alzate a breve giro.
L’UE propone misure restrittive contro il vino introducendo una maggiore tassazione, limitazioni alla vendita transfrontaliera e avvertenze sanitarie sulle etichette delle bottiglie. Un piano che spaventa e fa scattare polemiche.

Già tre anni fa il Parlamento Europeo ha contestato le disposizioni stringenti sul vino ma ora la Commissione UE è tornata all’attacco proponendo misure ancora più restrittive. Il piano prevede la cancellazione dell’accisa minima a zero euro e un aumento della tassazione, limitazioni sulle vendite all’interno dei Paesi UE e l’introduzione delle avvertenze sanitarie sulle etichette di tutte le bevande alcoliche come avviene per il tabacco. Inoltre propone una regolamentazione più severa sulle pubblicità degli alcolici.
Queste proposte hanno sollevato indignazione da parte dell’Unione Italiana Vini. Il segretario generale Paolo Castelletti ha parlato di duro colpo alla competitività del settore vinicolo europeo, un settore che genera più di 100 miliardi di euro e occupa milioni di persone in Europa. La Commissione Europea continua a spremere le imprese invece che dare supporto. Da qui la richiesta dell’Uiv di un intervento deciso da parte degli Europarlamentari italiani e degli Stati membri.
L’aumento delle tasse scatena il panico
L’Europa ha iniziato una lotta al vino ma qual è il motivo? Se la direttiva dell’aliquota minima verrà realmente modificata significherà aumento delle tasse (impossibile ipotizzare ora a quanto ammonterebbe) con conseguenze significative per i produttori e anche per i consumatori. Per l’UE tale decisione è resa necessaria a causa degli allarmanti dati riguardanti malattie pericolose legate all’assunzione di alcol, vino incluso. La stima è di 1,3 milioni di morti all’anno solo nell’Unione Europea. L’incremento delle tasse rientra, dunque, nel programma Beating Cancer volto alla prevenzione del cancro e alla promozione della salute pubblica.

Eppure l’associazione di categoria ricorda come il commissario della salute Oliver Varhelyi in audizione al Parlamento parlando del caso degli health warning ha sottolineato come non fossero una priorità per la nuova commissione. E invece ecco che uno dei nodi più contestati del piano della Commissione Europea riguarda proprio la proposta di health warning sulle etichette del vino.
“La sensazione è che nell’Unione Europea la mano destra non sappia cosa faccia la sinistra” ha puntualizzato l’Uiv. Una reazione di disappunto comprensibile anche perché – come ha evidenziato Castelletti – “non c’è stata alcuna consultazione pubblica con gli stakeholder e sarebbe un esordio shock per la nuova legislatura”. Ha aggiunto che servono politiche di sostegno, non altri ostacoli burocratici e fiscali.