Borghi fantasma d’Italia più misteriosi e spettrali, da visitare a novembre

Borghi fantasma d’Italia più misteriosi e spettrali, da visitare a novembre. Ecco dove andare.

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Borghi fantasma d’Italia più misteriosi e spettrali, da visitare a novembre (Craco, Basilicata. Adobe Stock)

Novembre, mese che inizia con le festività dedicate ai Santi e ai Defunti, in cui le giornate si accorciano di molto, le temperature si fanno più rigide e la nebbia ricopre valli, foreste e città.

Si crea una sorta di atmosfera cupa e un po’ spettrale, che caratterizza queste giornate autunnali spesso nuvolose o piovose, anticipando quella più allegra e vivace del Natale. Un’atmosfera ideale per andare alla ricerca di luoghi misteriosi e spettrali, per lo più abbandonati e dove secondo alcune leggende abitano ancora i fantasmi.

Se anche a voi piace queste ambientazioni e siete alla ricerca di luoghi da brivido ma carichi di fascino, vi proponiamo, per Halloween ma non solo, i borghi fantasma da visitare in Italia. Ecco dove andare.

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Borghi fantasma d’Italia più misteriosi e spettrali, da visitare a novembre

Paesi ridotti a rudere, abbandonati in seguito a terremoti, frane o altre calamità. Luoghi che nel tempo si sono svuotati dei loro abitanti, anche per ragioni economiche, in cerca di fortuna altrove. Alcuni si sono mantenuti quasi intatti, ancora con gli arredi e gli oggetti di uso quotidiano al loro interno. Altri sono in condizioni più decadenti, mentre altri ancora sono stati recuperati come luoghi d’arte e creatività. Tutti sono incredibilmente affascinanti, anche inquietanti. Comunque da visitare in questa stagione.

Nei pomeriggi d’autunno inoltrato, con il sole basso, la nebbia e le nuvole, nel periodo di Halloween e il mese più spettrale dell’anno, com’è novembre, meritano una visita i borghi fantasma d’Italia. Misteriosi, affascinanti, spaventosi e romantici, vi proponiamo la nostra selezione.

Craco, Basilicata

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Craco in Baslicata (Adobe Stock)

Tra i borghi fantasma d’Italia, Craco è sicuramente il più conosciuto. Questo borgo della Basilicata, in provincia di Matera, risalente alll’XI secolo, dunque con una storia antichissima, un tempo era un centro vitale, abitato da circa 2mila persone. Aveva perfino una università. Perse gran parte dei suoi abitanti all’inizio del Novecento a causa di una imponente migrazione verso zone e Paesi più fiorenti. Poi le calamità naturali, come alluvioni e soprattutto il terremoto del 1980 lo spopolarono completamente.

Oggi è un centro molto frequentato dai turisti, che vengono qui ad ammirare le sue rovine. A Craco è stato realizzato anche un Museo delle Emozioni, nel restaurato monastero di San Pietro. In un’opera di recupero e valorizzazione del suo impianto architettonico di pregio. Il borgo, inoltre, è stato location di numerosi film tra cui la Passione di Cristo.

Curon Venosta, Trentino Alto Adige

Curon Venosta (Adobe Stock)

Più che abbandonato, questo paese è stato letteralmente sommerso dalle acque del Lago di Resia, per la realizzazione della centrale idroelettrica nel 1950. La parte vecchia del borgo di Curon Venosta, in Alto Adige, è finita interamente sott’acqua, con il solo campanile che spunta dalle acque del lago. L’immagine è spettrale e affascinante allo stesso tempo. Visitare il borgo in questa stagione lo è ancora di più. Oggi di Curon Venosta rimane una manciata di case, della parte nuova del paese, abbarbicata alla montagna che scende sul lago. In questo luogo è ambientata anche una serie tv di genere fantastico, chiamata Curon.

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Argentiera, Sardegna

Argentiera (Adobe Stock)

Questo luogo è un sito di archeologia industriale, situato sulla costa nordorientale della Sardegna, vicino a Capo Argentiera, da cui prende il nome. Qui sorgeva una miniera per l’estrazione di piombo e zinco e ferro, poi dismessa nel 1963, con alcuni edifici di uso civile, abbandonati con la chiusura della miniera. Il luogo è di una bellezza suggestiva non solo per l’aspetto decadente e romantico della vecchia miniera ma anche per il mare azzurro dove si affaccia e la costa frastagliata dove si aprono calette molto frequentate in estate.

Alcuni edifici del vecchio borgo minerario di Argentiera sono stati restaurati per essere adibiti a strutture ricettive per il turismo, come bar, ristoranti e b&b. Il complesso è oggetto di recupero. Il mare della baia dell’Argentiera e delle sue tre cale è assolutamente spettacolare. La zona è inclusa nel comune di Sassari.

Buonanotte (Malanotte), Abruzzo

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Borgo abbandonato di Buonanotte (Malanotte), in Abruzzo (Adobe Stock)

Il nome di questo borgo è veramente curioso: Buonanotte, ma anticamente era conosciuto come Malanotte. Oggi il borgo antico abbandonato fa parte del comune di Montebello sul Sangro, paese della provincia di Chieti con appena 81 abitanti. Il comune ha cambiato nome nel 1969, prima era chiamato semplicemente Buonanotte, ora con questo nome viene chiamato solo il borgo vecchio, arrampicato sulla montagna e abbandonato dopo una grossa frana nel 1887. Il borgo, di origine medievale, fu quasi completamente distrutto dalla frana ma alcuni edifici sono rimasti quasi intatti o ne sono rimaste le mura perimetrali.

I ruderi abbarbicati sulla roccia della montagna e quasi coperti dalla vegetazione danno a questo luogo un aspetto incredibilmente affascinante, degno del miglior borgo fantasma. Da vedere anche i ruderi del Castello Caracciolo del XIII secolo.

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Apice, Campania

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Borgo di Apice, in Campania (Adobe Stock)

Un altro borgo abbandonato per calamità naturale è quello di Apice, in Campania, all’estremità orientale della provincia di Benevento, al confine con l’Irpinia. Qui, un violento terremoto del 1962 costrinse gli abitanti ad abbandonare il paese per trasferirsi più a valle, dove fu fondato il paese di Apice Nuovo. Il vecchio centro abitato, comunque, ha conservato intatta gran parte della sua struttura, con le case che custodiscono ancora arredi e oggetti, lasciati com’erano il giorno del terremoto, il 12 agosto 1962. Si tratta, dunque, di un vero e proprio borgo fantasma, sospeso nel tempo. Meta di grande attrazione turistica. Nel centro storico di Apice vecchio si trovano chiese e palazzi signorili. Una parte è stata restaurata e ospita strutture ricettive

Poggioreale, Sicilia

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Poggioreale, Trapani (Foto di Gabriele Marraneo, Adobe Stock)

Tra i borghi fantasma da non perdere in Italia c’è sicuramente Poggioreale, in Sicilia, in provincia di Trapani. Ha una storia simile a quella di Apice. Più che un borgo Pggioreale antica era una vera e propria città, con chiese, palazzi storici e un teatro. Fu abbandonata a causa del violento terremoto della Valle del Belice, nel 1968. Il sisma causò gravi danni strutturali al centro abitato e costrinse gli abitanti ad abbandonarlo, per spostarsi più a valle, dove fu fondata Poggioreale nuova.

Nel visitare il vecchio centro abitato bisogna fare molta attenzione agli edifici pericolanti, ma lo spettacolo è davvero unico. Molti edifici hanno conservato le mura perimetrali ma sono quasi tutti con il tetto sfondato.

Bussana Vecchia, Liguria

Bussana Vecchia, Liguria (Foto di Diego Cottino. Adobe Stock)

Tra i borghi fantasma da visitare in Italia a novembre non può mancare la graziosa Bussana Vecchia, paese dell’entroterra della Riviera dei Fiori di Sanremo che svetta con i suoi ruderi da un costone roccioso. Anche Bussana Vecchia fu abbandonata a seguito di un violento terremoto, avvenuto il 23 febbraio del 1887. Nel tempo, però, il centro storico è stato recuperato, tanto che non si può parlare di vero e proprio borgo fantasma.

Qui, nel 1960 sono tornati i primi abitanti, alcuni artisti che hanno deciso di stabilircisi, come luogo di ispirazione per loro opere. Negli anni si è formata una comunità di artisti che ha riportato in vita il borgo, abbellendolo con numerose opere d’arte e trasformandolo in un centro di attrazione turistica. Oggi a Bussana Vecchia abitano circa 75 residenti e il borgo è diventato una meta turistica popolare.

Leri Cavour, Piemonte

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Leri Cavour, Tenuta Cavour (Foto di Marco Barone, Adobe Stock)

Il borgo di Leri Cavour è oggi una frazione di Trino, comune della provincia di Vercelli. Anticamente era un possedimento di ben 900 ettari della famiglia Conte Camillo Benso di Cavour. Il piccolo agglomerato di edifici, con una chiesa e il palazzo signorile dei Cavour, è stato abbandonato negli anni Sessanta. Purtroppo il borgo si trova in grave stato di abbandono e decadenza, anche il palazzo signorile, con le sue strutture architettoniche e affreschi di pregio. Finora, tutti i progetti di recupero sono falliti.

Consonno, Lombardia

Consonno, Lombardia (Adobe Stock)

Questo luogo sembra uscito da un racconto di fantascienza o da un incubo. Il paese di Consonno, frazione del comune di Olginate, in provincia di Lecco, avrebbe dovuto essere una sorta di Las Vegas vicino al Lago di Garlate, propaggine meridionale del Lago di Lecco. Fu costruito nel 1960 per farne una sorta di città dei divertimenti, una “città dei balocchi”. Purtroppo una serie di vicissitudini sfortunate hanno trasformato Consonno in una città fantasma. Il progetto della città dei balocchi, dopo la costruzione dei primi edifici, e una sorta di minareto, non decollò mai completamente. Poi nel 1976 fu definitivamente spazzato via da un’alluvione che cancellò la strada che portava a Consonno.

Visitare questo luogo con i suoi edifici in stile parco divertimenti diroccati e scoloriti ha un indubbio fascino horror.

Civita di Bagnoregio, Lazio

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Civita di Bagnoregio (Adobe Stock)

Conosciuta anche come la città che muore, Civita di Bagnoregio sorge in provincia di Viterbo, su una collina di tufo che si sta sgretolando con il tempo. L’antica strada che un tempo risaliva fino al centro abitato è crollata a causa di una frana e poi sostituita da un pontile percorribile a piedi o con piccoli veicoli. Questa condizione ha reso sempre più difficile abitare qui e di conseguenza il borgo si è spopolato. La bellezza di questo borgo, tuttavia, l’ha mantenuto in vita, grazie all’attività turistica che è molto cresciuta negli anni.

Oggi, Civita di Bagnoregio ospita b&b, ristoranti, botteghe artigiane e piccoli negozi. È frequentata soprattutto dai turisti e pochissime persone la abitano. L’ingresso è a pagamento: si visita il borgo dalle 8 del mattino alle 20 di sera, pagando un biglietto di 5 euro.

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Civita di Bagnoregio uno dei borghi più belli del Lazio 8Adobe Stock)

Di Valeria Bellagamba

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