Beppe Conti: “Pantani fece l’esame con un macchinario non attendibile”

Ricorda Beppe Conti, per anni inviato sulle strade del ciclismo, Pantani fece l’esame con un macchinario non attendibile

Pantani
Pantani (Getty Images)

Sono passati 17 anni dalla scomparsa di Marco Pantani, 22 da quel pomeriggio di Madonna di Campiglio, dove ad un controllo Pantani risultava con l’ematocrito lievemente superiore alla soglia di sicurezza. Da lì è iniziata la caduta del campione che non è riuscito più a rialzarsi, anche perchè, come spesso spiegato dalla madre Tonina, ogni volta che si rimetteva in sella per riprendere, arrivava un nuovo processo da fare. E’ stato perseguitato per una vicenda che nn ha mai trovato delle spiegazioni certe. Pantani aveva già in tasca quel Giro, non aveva rivali e non aveva bisogno di quella tappa per allungare il vantaggio. Pantani era il più forte e di quel controllo che doveva arrivare sapevano tutti. A spiegare quello che potrebbe essere successo, eliminando il campo da complotti che pure sono stati avanzati, è Beppe Conti, per anni inviato della Rai sulle strade del grande ciclismo.

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Il caso Pantani, il parere dell’inviato storico

“Ho cercato di andare al di là dei fatti – afferma Conti – per esempio, c’è un aneddoto molto interessante su Marco Pantani. Ho parlato con un biologo, secondo il quale si può risolvere la vicenda di Pantani a Campiglio senza parlare di complotto. Pantani fece questo esame, ma con una macchinetta dall’attendibilità vaga. Per spiegarlo con un esempio banale, ma semplice: sarebbe stato come prendere i tempi di una prova di Formula1 con una sveglia al posto del cronometro”. 

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Questa e tante altre curiosità sono state illustrate dai racconti di chi ha vissuto sul campo il grande ciclismo proprio da Beppe Conti nel suo ultimo libro “Dolomiti da leggenda”. Nel testo ci sono tante curiosità sul ciclismo dal 1937 ad oggi tra cui la vicenda Pantani e l’enigma di quell’esame che diede un risultato inatteso.

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Beppe Conti ciclismo (foto dal web)

 

 

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