Pensione di vecchiaia: quali sono le caratteristiche per poterci andare?

La pensione è sempre un tema piuttosto caldo, ma facciamo un po’ di chiarezza su quale sia l’età giusta e quanti anni di contributi si debbano avere

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Spesso vengono fatte molte domande su come riuscire ad accedere alla pensione di vecchiaia e chi possa accedervi. Ci sono delle differenze: dal un lato ci sono i lavoratori che sottostanno al sistema pensionistico retributivo, che devono avere soddisfare sia dei requisiti anagrafici che di retribuzione. Dall’altro lato della barricata si trovano quei lavoratori che hanno a che fare con il sistema pensionistico contributivo: questi ultimi devono soddisfare, oltre alle due categorie precedenti, anche un requisito sull’importo. La domanda che viene spesso posta è: “Con 20 anni di contributi si può andare in pensione a 67 anni oppure bisogna aspettare a 71 anni? Inoltre, c’è una soglia minima da raggiungere per poter accedere alla pensione?” Facciamo un passo alla volta e cerchiamo di rispondere a tutto.

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Quando, come e chi può usufruire della pensione di vecchiaia?

Generalmente, per poter smette di lavorare e iniziare a percepire la pensione di vecchiaia, basta aver compiuto 67 anni e aver versato contributi per almeno 20 anni. Questa “regola” è però valida per coloro che hanno iniziato a versa contributi prima del 1996 perché in quell’anno è cambiata la legge. Infatti, nel 1996 il sistema pensionistico italiano è passato dall’essere un sistema retributivo a uno contributivo. Quindi si è passati da un metodo basato sullo stipendio del singolo a un sistema basato sui contributi versati. Ed è proprio in questo passaggio che stanno le distinzioni per la pensione di vecchiaia.

Se si ha iniziato a versare contributi prima del 1996, la pensione di vecchiaia sarà calcolata utilizzando un sistema misto, che unisce retributivo e contributivo. In questo caso per andare in pensione basterà aver compiuto 67 anni e aver versato contributi per almeno 20, a prescindere dall’ammonto della somma spettante. Diversamente accade se un lavoratore ha iniziato a versare i contributi dopo il 1996. In questo caso, la pensione verrà calcolata unicamente in base al sistema contributivo e questo non considera un’integrazione al minimo da parte dell’Inps. Ci sono tre requisiti: oltre ai due visti prima, la pensione deve essere almeno 1,5 volte l’assegno sociale dell’INPS (460€ nel 2021). Se anche un lavoratore non riuscisse a soddisfare quest’ultimo attributo, l’età di pensionamento salirebbe a 71 anni, quando non è più richiesto l’importo minimo.

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