Vaccino, il virologo Vella spiega: “Ai guariti basta una sola dose”

La campagna vaccinale procede, l’infettivologo Vella spiega come bisogna comportarsi con guariti e soggetti con immunodeficienza.

Stiamo vivendo un periodo complesso a causa dell’aumento rapido dei contagi e al rischio di dover affrontare un nuovo lockdown qualora la situazione dovesse continuare a peggiorare nei prossimi giorni o settimane. Al momento il governo non ha ancora deciso quali misure applicare per scongiurare una diffusione eccessiva del virus, ma sembra che per il momento la linea possa essere quella del lockdown nei fine settimana e dell’anticipo del coprifuoco.

Una super zona rossa per settimane, invece, verrebbe presa in considerazione qualora si arrivasse a superare la soglia del 30.000 casi al giorno. Una soglia che potrebbe essere raggiunta la prossima settimana qualora l’aumento dei casi non venisse rallentato dall’applicazione delle zone rosse nelle province e nelle regioni che sono al momento maggiormente colpite. In tale contesto di incertezza, però, c’è anche la consapevolezza che la situazione vaccini sta migliorando e che nei prossimi mesi la scarsità di dosi vissuta in questo inizio 2021 dovrebbe essere superata. Per marzo dovrebbero giungere circa 9 milioni di dosi, mentre per il trimestre successivo sono previste 52 milioni di dosi. Va considerato inoltre che il vaccino russo Sputnik V verrà prodotto in Italia e che potrebbe presto essere approvato quello Jhonson&Jhonson.

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Vaccino, l’infettivologo Vella spiega: “Ai guariti basta una sola dose”

La campagna vaccinale dunque procede e in questi giorni sono state comunicate dal Ministero della Salute alcune nuove indicazioni. Queste riguardano coloro che hanno già preso l’infezione e sono guariti e coloro i quali invece sono più a rischio di altri a causa di una condizione di immunodeficienza. Per i primi, qualora siano guariti da almeno tre mesi e non abbiano superato i sei mesi, basterà una sola dose di vaccino per essere immunizzati. Per i secondi invece è consigliata una vaccinazione completa.

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Il sito d’informazione Leggo ha chiesto all’infettivologo Stefano Vella, docente di Salute Globale dell’Università Cattolica di Roma nonché presidente dell’Aifa, cosa ne pensasse delle indicazioni del Ministero. L’esperto ha spiegato che si trova d’accordo con entrambe le indicazioni. Per quanto riguarda i guariti ha dichiarato: “È scientificamente corretto. La prima dose l’hanno avuta naturale dopo la malattia con gli anticorpi che hanno sviluppato. Hanno già una discreta immunità”. Per questi, infatti, la prima dose è come se facessero un richiamo. Lo stesso Vella spiega che non ci sono rischi per coloro che hanno già sviluppato gli anticorpi.

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Per quanto riguarda invece i soggetti che presentano una condizione di immunodeficienza, l’infettivologo chiarisce il motivo per cui è necessaria una vaccinazione completa, anche e soprattutto nel loro caso: “Sono soggetti con sistema immunitario debole, è come se tu fossi assettato nel deserto: devi bere e devi avere tanta acqua. Se il sistema immunitario non funziona come dovrebbe è bene fare la vaccinazione completa”.

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