Lutto nella musica, morto Danilo Rustici degli Osanna: la sua storia

Danilo Rustici, fondatore e chitarra della band prog rock napoletana degli Osanna, è morto a 71 anni di Covid.

Danilo Rustici non ce l’ha fatta. Si è spento all’ospedale Cardarelli di Napoli, per le complicazioni da Covid su precedenti patologie, il fondatore della storica band napoletana degli Osanna. Aveva 71 anni e l’annuncio della scomparsa è stato dato dai fratelli Luca e Corrado e dalla sorella Donatella.

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L’ultimo saluto a Danilo Rustici

Danilo Rustici ha fatto parte come chitarrista della band di rock progressivo nella sua prima formazione originale dal 1970 al 1975, poi dal 1978 al ’79 e infine dal 1999 al 2003, incidendo quattro album. Nel 1971 gli Osanna diedero alle stampe il loro primo 33 giri, il concept album “L’uomo”, seguito nel 1972 dal disco “Preludio, Tema, Variazioni e Canzona”, colonna sonora del film diretto da Fernando Di Leo “Milano calibro 9”, mentre nel 1973 uscì “Palepoli” e nel 1974 “Landscape of life”.

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Dopo la prima rottura, insieme con Elio D’Anna e il batterista Enzo Vallicelli, Danilo Rustici diede vita agli Uno. Nel 1978 Lino Vairetti, Rustici e Massimo Guarino ricostituirono gli Osanna con il bassista Enzo Petrone e il tastierista Fabrizio D’Angelo Lancellotti. Dopo la pubblicazione di “Suddance” nel 1978, però, la band si sciolse di nuovo, per poi riformarsi una ventina d’anni dopo. Nel 2001 Vairetti, Rustici e Petrone pubblicarono l’album “Taka Boom” con il batterista Gennaro Barba e il tastierista Luca Urciolo.

L’esperienza musicale degli Osanna è stata raccontata nel documentario “Osannaples”, uscito quest’anno e diretto da M.Deborah Farina: un viaggio musicale alla scoperta della band prog fuori dagli schemi e assolutamente underground, capace di coniugare il sound partenopeo con le sonorità di origine inglese che tanto hanno influenzato formazioni come Banco, Pfm e Le Orme.

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Il fratello Corrado, lui pure musicista e chitarrista, ha condiviso su Facebook un toccante omaggio al fratello: “C’è una vastità oltre i confini più remoti della mente. Quella vastità è la nostra dimora, quella vastità è noi stessi. Grazie per tutto quello che mi hai dato, per il genio che eri, per la tua visione. Grazie di tutto Fratellone, che io possa avere di nuovo la fortuna e l’onore di riconoscerTi in quella vastità dove siamo solo amore”.

 

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