Negativa bloccata dalle autorità: “Ho detto addio a mia sorella via telefono”

Tornata in patria per stare accanto alla sorella morente e alla madre, una donna viene costretta a rimanere in quarantena in un hotel. 

La vicissitudine capitata a Billie Gray, 27enne scozzese che da agosto lavora in Svezia, potrebbe capitare a tantissime persone che per ragioni lavorative lasciano il Paese d’origine e la famiglia. La ragazza lunedì 15 febbraio è stata avvisata delle condizioni critiche in cui versava la sorella Maryanne. La 48enne si trovava in ospedale a causa di un’insufficienza renale e al fegato. I medici hanno fatto capire ai familiari che Maryanne non aveva molte chance di sopravvivere e lei ha deciso di tornare ad Edimburgo per dire addio alla sorella.

Prima di farlo si è sottoposta a due tamponi, al fine di testimoniare che l’esito era negativo e che non aveva contratto il virus. Con i due certificati, Billie era convinta che le avrebbero permesso di osservare un periodo di quarantena a casa della madre, ma quando è atterrata in Scozia ha scoperto che i protocolli non le permettevano di farlo. La ragazza è stata bloccata in aeroporto e costretta ad osservare un periodo di quarantena in un vicino hotel, per il quale non si poteva nemmeno permettere di pagare.

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Bloccata in hotel, Billie ha dovuto dire addio telefonicamente alla sorella dalla quarantena

Lunedì scorso Maryanne è stata collegata al respiratore e Billie si è vista costretta a dirle addio telefonicamente. La donna è morta qualche ora dopo ed ora la ragazza scozzese desidererebbe poter andare a casa della madre per starle accanto in questo momento complicato. La madre, infatti, è vedova e con la scomparsa di Maryanne ha perso la terza delle sue quattro figlie. Una situazione drammatica per la quale è fortemente depressa.

Leggi anche ->Zona rossa, parrucchieri chiusi e scuola in dad: riunione del Cts

Per denunciare l’accaduto, Maryanne si è rivolta alla stampa britannica ed al Mirror ha spiegato che non le è stato permesso di lasciare l’hotel prima di aver pagato la stanza che è stata obbligata ad occupare: “Mi è stato detto che non mi sarebbe stato permesso di passare il confine finché non avrei pagato. Ho spiegato loro che avevo speso tutto il mio denaro per pagare il biglietto e i test. Non mi hanno lasciato andare finché non ho pagato”. La donna si è sentita umiliata e frustrata da come è stata trattata: “Mi sono sentita trattata come una terrorista. Mi è stato detto che se avessi lasciato l’hotel sarei stata arrestata”.

Leggi anche ->Covid, finestre aperte più efficaci delle mascherine per i bambini

Impostazioni privacy