Paolo Bonolis, la zia Adele diventerà santa: ecco cosa ne pensa lui

Paolo Bonolis ricorda in un’intervista la zia Adele: la donna, morta nel 1980, dopo essere stata resa Venerabile diventerà presto Santa. 

Adele Bonolis

Il rapporto di Paolo Bonolis con la religione è sempre stato particolare. In un’intervista rilasciata a don Marco Pozza a marzo, il famoso conduttore ha dichiarato: “Io non credo in Dio: o meglio, non ho un oggettivo credo, mi fermo al so. Io ho fatto la scuola dai preti e la sera apro sempre con le preghiere che mi hanno insegnato: questo mi dà l’idea di poter aprire questa porta e rivolgermi con gratitudine e salutare tutte quelle persone che sono passate attraverso la mia vita e che adesso non ci sono più”.

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Una di queste persone, sicuramente, sarà la zia Adele Bonolis.

Una donna che ha dedicato agli altri la propria vita

Paolo Bonolis ha molti ricordi della zia da quando era bambino. La donna lo ospitava spesso in alcune delle sue case (tutte dedicate a dare alloggio ad ex-prostitute). Nella noia dei pomeriggi, io giocavo a uccidere lucertole… la zia me la ricordo che mi riprendeva: non si fanno queste cose” così racconta Bonolis in un’intervista ad Oggi. L’uomo era così legato alla zia da aver dato il suo nome, Adele, alla quinta figlia.

Leggi anche -> Paolo Bonolis disperato dopo il grave lutto: “Non so dove sei…”

La zia Adele viene ricordata come una donna tranquilla e paziente, sempre con un sorriso sulle labbra: farla arrabbiare era particolarmente difficile. “Serve un miracolo? Come un coniglio bianco che salti fuori all’improvviso? E allora auguro alla zia di farlo. Per me, il miracolo è nelle sue opere” dice il nipote commentando la causa di Beatificazione e Canonizzazione riguardante sua zia.

Leggi anche -> Paolo Bonolis, il dramma della figlia Silvia: la sua malattia

Dopo aver visto una prostituta, in compagnia del padre (Luigi Girolamo Bonolis), la donna decide di aiutare le prostitute a ricostruirsi una vita lontano dalla strada. Alla sua morte, nel 1980, Libero Tresoldi (vescovo cattolico) la descriverà così: “avvicinando Adele Bonolis l’impressione era quella di chi trovava in lei un punto di appoggio, un luogo di rifugio, una speranza per procedere nel cammino. Si era sempre preoccupata di comportarsi come la vela di una barca che cerca il soffio del vento e da esso si lascia condurre”.

Paolo Bonolis

Impostazioni privacy