Maria Grazia Calandrone, abbandonata dalla madre che poi si suidicidò

Maria Grazia Calandrone è una poetessa, drammaturga e giornalista. La sua storia è al centro del suo romanzo in prosa lirica. 

La Calandrone è senza  dubbio una delle voci più forti e interessanti della poesia italiana.

La donna ha alle spalle una carriera brillante non solo nel mondo della poesia ma anche dell’attivismo. Nella sua infanzia ha dovuto affronta numerosi momenti difficili ed è proprio a questi che si ispira per scrivere il suo romanzo “Splendi come la vita“. Scopriamo di cosa si tratta.

Maria Grazia Calandrone: una storia travagliata

Il suo libro è una dedica alla madre adottiva, Ione. Il loro è stato tutt’altro che un rapporto facile. La poetessa è nata a Milano nel 1964, ma fu abbandonata dalla madre naturale quando aveva solo 8 mesi. La donna successivamente si suicidò. “Era stata costretta a sposare un uomo che non amava erede dei terreni confinanti…un matrimonio infelicissimo” racconta la Calandrone.

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“E’ il racconto di una incolpevole caduta nel Disamore, dunque una cacciata, di un paradiso perduto. Non è la storia  di un disamore, ma la storia di una perdita. Chi scrive è una bambina adottata, che ama immensamente la propria madre”, commenta l’autrice per poi aggiungere: “Chi scrive rivede oggi la madre con gli occhi di una donna adulta, non più solo come la propria madre, ma come una donna a sua volta adulta, con la sua storia e i suoi propri dolori”.

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Nella sua opera la poetessa descrive e ricostruisce la sua infanzia tramite i ritagli dei giornali d’epoca. Non parla solo del suo rapporto con la seconda madre, ma anche del suo disagio psicologico. “Dopo la morte di mio padre…io avevo 11 anni, non riuscendo a gestire il dolore iniziò ad accusarmi di tutto”. Un libro in cui parla di una riscoperta e di un affetto ritrovato.

 

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