Totò Riina, la cattura del 15 gennaio 1993: foto e dettagli

Totò Riina venne catturato il 15 gennaio di ventotto anni fa. Il fatto scosse l’Italia e che scatenò celebrazioni senza precedenti. 

La pianificazione per l’arresto di Riina iniziò già nel 1992. In quegli anni, le stragi di Cosa Nostra avevano fatto piombare l’Italia in un periodo buio e tetro, ma non avevano fatto vacillare la volontà delle forze dell’ordine che erano più che mai pronte a terminare la latitanza di uno dei boss mafiosi più pericolosi di sempre.

E’ per questo motivo che, grazie agli sforzi congiunti dell’Arma territoriale e del ROS, si riuscì a identificare una pista comune che portò successivamente all’arresto di Riina e di altri affiliati. Scopriamo i dettagli sul caso.

Totò Riina: l’operazione Belva e l’arresto

Gli sforzi dell’Arma dei Carabinieri portarono a focalizzarsi attorno al nome di Raffaele Ganci. L’uomo era il capo della “famiglia” mafiosa del quartiere “Noce” di Palermo e si credeva fosse un tramite per arrivare a Riina.

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A quel punto, la sezione Crimor del ROS comandato dal Capitano De Caprio, il Capitano Ultimo, iniziò a osservare tramite riprese video e a pedinare i componenti della famiglia Ganci. Nel frattempo le autorità si concentrarono anche su Baldassare Di Maggio, ex uomo di fiducia di Riina. Di Maggio venne arrestato l’8 gennaio 1993 e cominciò a collaborare, indicando anche le zone dove avrebbe potuto nascondersi il boss.

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Le indagini continuarono e iniziò l’attività di osservazione del “fondo gelsomino” e di via Bernini, 54. Le indagini ebbero perché fu proprio in questa via che venne notata la famiglia di Riina. L’operazione scattò il 15 gennaio alle 8:30. Circa trentacinque uomini si erano disposti a raggiera così da poter proteggere gli uomini impegnati nella cattura del boss di Cosa Nostra. La Citoën ZX di Riina venne finalmente intercettato dalle auto dei Carabinieri che lo arrestarono all’istante.

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La conclusione della sua latitanza aveva portato alla frenesia generale. “Preso Riina, decapitata la mafia” oppure “Preso Riina, Cosa Nostra decapitata”, questi i titoli rispettivamente de Il Corriere della Sera e de La Stampa. Dopo ben 24 anni, il numero uno di Cosa Nostra era stato finalmente preso e su di lui gravava l’accusa di 182 omicidi e delle stragi con autobombe.

Riina venne condannato e sottoposto al carcere duro previsto dal 41-bis. Questo venne man mano rafforzato tramite vari interventi legislativi così da renderlo prorogabile di anno in anno, dato che in quel periodo aveva una durata di soli tre anni. Dal 2003 aveva cominciato a sviluppare problemi cardiaci i quali si aggraveranno fino al sopraggiungere della morte nel 2017.

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