Cranio Randagio, svolta dopo 4 anni dalla morte: in tre a processo

Si riapre la vicenda controversa inerente la morte del giovane rapper romano, Cranio Randagio. Esulta la madre del ragazzo.

Cranio Randagio processo
Tre persone a processo per la morte di Cranio Randagio Foto dal web

Fa ancora discutere la vicenda che riguarda la morte di Cranio Randagio. Lui era un noto rapper di Roma che venne trovato morto a seguito di un festino a base di sostanze stupefacenti, il 12 novembre del 2016. Aveva 22 anni ed in merito a quella circostanza sono venute fuori, nel corso del tempo, diverse bugie allo scopo di sviare le indagini e di consentire ai responsabili di evitare qualsiasi capo di imputazione.

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Invece adesso è giunta la notizia ufficiale che riguarda l’esistenza di tre indagati ufficiali per quella festa mortale che avvenne alla Balduina. Si tratta di tre amici di Cranio Randagio, che lasciarono il cantante in un letto, quasi a volere simulare un malore improvviso. Dei tre sospettati per la morte di Vittorio Boris Andrei (questo il vero nome di Cranio Randagio, n.d.r.) uno in particolare deve rispondere delle accuse di detenzione e di spaccio di stupefacente e dell’aggravante di avere ceduto crack al cantante, causandone la morte.

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Cranio Randagio, prove decisive negli smartphone degli imputatu

Un esame autoptico svolto sul cadavere del 22enne ha accertato di come la causa del decesso fosse da ricondurre ad una intossicazione provocata da ecstasy, ossicodone, codeina, morfina e ketamina. E quell’imputato aveva scritto un messaggio nel quale confermava che avrebbe portato la droga al party. Lui e gli altri due sospettati hanno mentito, affermando di avere preso solo qualche canna e delle birre.

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Ma le foto ed i video presenti sui rispettivi smartphone hanno smentito tali versioni, dopo che gli inquirenti estrapolarono tali prove ai tempi. La madre del giovane si è sempre battuta per far si che si andasse avanti nella individuazione dei responsabili. Il prossimo atto si svolgerà in tribunale.

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