Covid, racconto choc di una sopravvissuta: “Così ho visto morire mia madre”

Anabel Sharma, 49 anni, è stata ricoverata in ospedale insieme alla madre Maria, 76: il Covid ha devastato la loro famiglia. 

“Non lasciate che vi succeda la stessa cosa che è capitata a me”. E’ questo il messaggio che Anabel Sharma, 49 anni, vuole ridare con tutte le sue forze dopo la terribile esperienza col Covid. La donna è stata ricoverata in terapia intensiva con sua madre, Maria Rico, uccisa a 76 anni – e in meno di 24 ore – dal virus. La malattia ha “devastato” la loro famiglia e non si può restare indifferenti di fronte alla foto che ritrae mamma e figlia mentre si tengono per mano attaccate a un respiratore.

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Il monito di Anabel dopo l’incubo Covid

Anabel, madre di tre figli, del Leicestershire (Inghilterra), sente di dover lanciare un severo monito a chi non si attiene alle regole anti-contagio e mette così a repentaglio la vita propria e altrui. “Non avrei mai pensato che il Covid ci avrebbe colpiti, ma è stato così – dice -. La velocità con cui il virus ha devastato la nostra famiglia è stata spaventosa”. E “se qualcuno sta pensando di infrangere le regole, lo esorto a mettersi nei miei panni e pensare a come sarebbe vedere tua madre morire o sentirti dire che potresti non sopravvivere”.

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Anabel e il resto della sua famiglia si sono ammalati di Covid verso la fine dell’anno appena trascorso. Suo figlio Isaac, 12 anni, Isaac, ha contratto il virus per la prima volta dopo il ritorno a scuola a settembre. Anche suo marito Bharat, 47 anni, e gli altri figli Jacob, 22, e Noah, 10, sono stati poi contagiati. La madre Maria è stata l’ultima a risultare positiva e se n’è andata il 1° novembre.

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Anabel ha raccontato che si è tolta la maschera per l’ossigeno solo per salutare sua madre. E’ stato il “periodo più buio della mia vita”, ha detto. “Abbiamo avuto i nostri letti in spedale solo perché quel giorno sono morti quattro pazienti, liberando dei posti”. E il trattamento ricevuto per poter respirare è stato “orribile e implacabile”. ‘Ho dovuto indossare un cappuccio di plastica 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per quattro settimane. Era come sporgere la testa da un’auto che andava a 50 all’ora, era rumoroso, non potevo vedere né sentire nulla…”. Soprattutto, non ha potuto neppure partecipare al funerale di sua madre: “L’ho visto in live streaming. Ero sola, come il resto della mia famiglia, non potevamo confortarci a vicenda, si è spezzato il mio cuore già fragile”, conclude.

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