Zone rosse, spesa: possibile spostarsi da un comune all’altro per risparmiare

Dalla Toscana arriva un’interpretazione nuova delle misure in zona rossa: possibile spostarsi dal comune di residenza per la spesa.

La Toscana è una delle due regioni inserita in zona rossa nell’ultima ordinanza del Ministero della Salute. Come sappiamo gli spostamenti in queste zone sono consentiti solamente per comprovati motivi d’esigenza. Finora, dunque, si è pensato che lo spostamento da un comune all’altro fosse possibile solamente per ragioni lavorative, per questioni sanitarie, per il rientro nella propria residenza e nel caso in cui nel comune non ci fosse un supermercato.

Leggi anche ->Nuovo Dpcm, cosa succederà dal 3 dicembre? Tutte le novità

Alcuni sindaci toscani, però, hanno ritenuto opportuno permettere ai cittadini di spostarsi da un comune all’altro per ragioni di risparmio. Sappiamo bene, infatti, che i supermercati hanno politiche di prezzi differenti ed è possibile che ci siano famiglie che necessitano di fare la spesa in un discount. Solitamente questi, infatti, hanno prezzi decisamente più bassi rispetto agli altri supermercati. In Versilia, dunque, è possibile spostarsi in un comune limitrofo per fare una spesa più conveniente, basta che nell’autocertificazione venga segnalato il motivo dello spostamento.

Leggi anche ->Vittima di bullismo, 15enne suicida: “Sue foto ritoccate sui social”

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Zone rosse, possibile spostarsi in un altro comune per risparmiare 

Intervistati dal quotidiano ‘Il Tirreno‘, i sindaci hanno spiegato con queste parole la loro decisione: “Riteniamo che determinate e limitate categorie di cittadini possano autocertificare la necessità di rivolgersi per gli acquisti di beni di prima necessità a negozi del canale discount non presenti sul territorio del proprio Comune ove sia possibile beneficiare di prezzi mediamente più bassi rispetto a quelli praticati nei supermercati o nei negozi tradizionali del proprio Comune. Si tratta di un’interpretazione suffragata dalle F.A.Q. del Ministero, che intende dare risposta alle esigenze di precise fasce della popolazione in oggettivo e comprovato stato di necessità economica”.

Non si tratta dunque di una libera interpretazione, ma di una giusta decisione tesa a salvaguardare la precaria economia familiare di alcuni italiani. Tale misura è sicuramente valida per quelle famiglie che sono in forte difficoltà economica, ma potrebbe essere estesa un po’ a tutti, visto che in questo periodo complicato tutti (o quasi)  hanno subito delle perdite economiche rilevanti.

Impostazioni privacy