Enrico Mentana, duro giudizio sull’emergenza: “Ha sbagliato chi doveva decidere”

Il direttore del Tg di La7 è sicuro che se c’è da attribuire una colpa sulla andamento della seconda ondata bisogna darla a chi governa.

Quando per la prima volta, ad ottobre, l’ipotesi di un lockdown è divenuta concreta, Enrico Mentana ha espresso la propria posizione a riguardo sui social. Il premier Conte qualche ora prima aveva ribadito che il governo avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitare una chiusura come quella di marzo e aprile per salvaguardare l’economia del Paese. Tuttavia per il noto giornalista si trattava esclusivamente di un modo per rendere meno amara la verità. Guardando l’andamento della pandemia in altri Paesi europei, infatti, si poteva benissimo evincere che il lockdown era l’unica strada percorribile.

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Un’opinione che poi è stata supportata dai fatti. Sebbene l’Italia non abbia al momento istituito un lockdown come quello di marzo e aprile in tutte le regioni, nella maggior parte del Paese la situazione è decisamente simile. Ad oggi, infatti, sono solo 4 le regioni che non hanno restrizioni severe, visto che le altre 16 sono distribuite tra zone rosse e zone arancioni. Qualche giorno fa, il direttore del Tg di La 7 si è espresso nuovamente sulla pandemia, questa volta sulla gestione dell’emergenza: “Il virus non era morto, è andato in vacanza con noi e al ritorno è tornato a colpirci sulla strada verso il lavoro, verso la scuola, verso la casa. E lì, il sistema Italia, da Palazzo Chigi ai comuni passando per le regioni, si è improvvisamente scoperto impreparato e impreciso, diviso e balbettante”.

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Enrico Mentana: “Il 99% degli italiani non è andato in discoteca, la colpa è di chi doveva decidere”

 

 

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A seguito di questo post duro sulle amministrazioni comunali, regionali e nazionali, Enrico Mentana è stato invitato ad esplicitare la sua posizione a ‘L’Aria che Tira‘. La conduttrice ne legge una parte e gli chiede il perché di quella posizione dura. Mentana risponde innanzitutto: “L’ho scritto, ovviamente, perché lo penso”, quindi spiega meglio la sua posizione: “Noi ci siamo dimenticati, come sistema Italia, che tutti gli esperti davano per certa una seconda ondata. La cosa più grave è questa cosa delle discoteche. Noi abbiamo preteso che i giovani restassero a casa da marzo. Quando si parla di scuole tutti pensano ai bambini… ma ci sono anche gli universitari. Milioni di studenti maggiorenni o quasi maggiorenni sono stati confinati in casa. Alla prima riapertura subito a criminalizzare la movida”.

Il discorso di Mentana punta a fare capire come la causa della seconda ondata non è stata certo la movida, ma un errore della gestione dell’emergenza in estate, momento in cui per cause naturali la diffusione è rallentata. In quel periodo, secondo Mentana, il governo nazionale, ma anche quelli regionali e comunali, si dovevano preparare all’ovvio aumento dei casi in autunno. Infatti dice: “Ora noi siamo passati come quelli che sono andati tutti in discoteca, ma il 99% degli italiani non è andato in discoteca“. Quindi conclude: “Ma veramente dobbiamo mettere la croce addosso alle discoteche e ai giovani? Che vengono identificati come gli untori? Quelli che sbagliavano erano coloro che dovevano decidere, a livello nazionale e regionale”.

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