Fedez presenta Scena Unita: “Aiutiamo chi è in difficoltà”

L’ultimo impegno del rapper Fedez con una serie di iniziative all’interno di una battaglia comune contro il Coronavirus.

(screenshot video)

Il rapper Fedez sceglie la strada del mutualismo per sostenere colleghi e maestranze in difficoltà a causa del Coronavirus: l’annuncio era arrivato nelle scorse settimane e oggi inizia a vedere concretamente la luce. Insieme ad altri 70 artisti provenienti dal mondo dello spettacolo, in particolare musicisti, il rapper lancia infatti Scena Unita.

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Si tratta di “un’iniziativa collettiva degli artisti per aiutare i lavoratori dello spettacolo” e si vedono già i risultati: 2 milioni di euro già raccolti. In sostanza, Scena Unita è “l’unico grande fondo degli artisti insieme alle maestranze. Un’iniziativa di gruppo attraverso la quale sono stati raccolti due milioni di euro in appena due settimane”.

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Scena Unita, nuovo impegno di Fedez nella lotta al Coronavirus

L’obiettivo è “una raccolta fondi per le maestranze che lavorano ai nostri spettacoli” e serve a dare un senso “di coesione in questo clima divisivo”. Tra coloro che hanno aderito finora ci sono Gianni Morandi, Gianna Nannini, Amadeus, Paolo Bonolis, Maria De Filippi, Sabrina Ferilli, Claudio Baglioni e naturalmente anche la moglie di Fedez, l’influencer Chiara Ferragni. Rese pubbliche anche alcune importanti donazioni: “Prime Video ha devoluto un milione di euro. Banca Intesa 250mila euro, più un evento in streaming”. L’iniziativa è patrocinata dal ministero dei Beni Culturali.

Oggi in conferenza stampa, al fianco di Fedez, c’era Gianna Nannini, una delle madrine di questa iniziativa, che ha evidenziato: “Sono qui perché sono garante di questo progetto. È molto importante far capire la situazione di queste persone che non sono solo senza lavoro, ma che devono anche cambiare lavoro”. Tanti gli interventi, da quello di Gianni Morandi, che evidenzia la concretezza del progetto, a quello di Manuel Agnelli, leader degli Afterhours e giudice di X-Factor, che rileva: “Non c’è stato mai un movimento unico come questo. Non c’è consapevolezza che all’interno del nostro mondo ci sono professionalità di altissimo livello e che hanno il diritto al lavoro come tutti”.

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