Coronavirus, divisione in zone: ecco i 21 indicatori utilizzate per la scelta

La divisione in zone per il contrasto del Coronavirus ha causato malcontenti in alcune regioni. Ecco i 21 indicatori utilizzati per la scelta.

A partire da oggi 6 novembre 2020 entrano in vigore le restrizioni contenute nell’ultimo Dpcm relativo al contrasto della pandemia di Coronavirus. Come ormai è noto in tutto il Paese, l’Italia è stata divisa in zone gialle, arancioni e rosse. La suddivisione è stata fatta in base al rischio esistente in ogni regione. Quelle in cui il rischio della diffusione è maggiore sono diventate zone rosse, quelle a rischio medio-alto sono diventate arancioni e tutte le altre sono rimaste gialle.

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La suddivisione è stata condivisa mercoledì sera e ieri sono stati in parecchi coloro che si sono lamentati, ritenendo ingiusta la collocazione della propria regione. Il primo a lamentarsi è stato il governatore siciliano Musumeci, il quale ritiene assurda la collocazione nella fascia arancione, quando ci sono regioni come la Campania, Veneto e l’Emilia Romagna che hanno un numero molto maggiore di casi e sono considerate gialle. Lamentele sono giunte anche dalla stessa Campania, dove invece si ritiene che le misure nel loro caso dovrebbero essere maggiormente stringenti.

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Coronavirus, divisione in zone: ecco quali sono i 21 indicatori

Ieri stesso il ministro della Salute Roberto Speranza ha risposto alle polemiche, dicendo che ogni governatore di regione ha a disposizione i dati che hanno portato alla suddivisione che tutti conosciamo. D’altronde a fornire i dati utili alla definizione di “rischio e resilienza” sono le regioni stesse. Tale censimento viene effettuato in base a quanto contenuto nel decreto ministeriale del 30 aprile del 2020, dunque gli indicatori di valutazione sono noti da diverso tempo. Gli indicatori si dividono in tre macro aree che permettono di capire qual è il livello di rischio, vediamo quali sono.

 Fattori che determinano la capacità di monitoraggio:

– Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

 

– Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

 

– Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

 

– Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

 

– Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie.

 

– Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata.

Fattori che indicano la capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti:

– Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese.

 

– Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.

 

– Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).

 

– Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracìng.

 

– Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.

 

– Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.

Fattori che determinano la stabilità di trasmissione e la tenuta del sistema sanitario

– Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.

 

– Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).

 

– Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella Covid-net per settimana

 

– Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata Covid-19 per giorno.

 

– Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).

 

– Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.

 

– Numero di accessi al PS con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici
riconducibili a Covid-19 (opzionale).

 

– Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti Covid-19.

 

– Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19.

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