Arrestato il trapper Sayanbull con 3 amici: violenza e aggressioni a Roma, il giovane non è nuovo a fatti del genere.
Un blitz in una sala di registrazione e l’aggressione per strada di un cittadino straniero lasciato a terra privo di sensi: questi i reati che vengono contestati ad Alex Refice, 25 anni, cantante di musica trap molto noto fra i giovanissimi con il nome d’arte di Sayanbull, e a tre suoi sodali, ovvero Manuel Parrini, 23 anni; Omar Nguale Llunga 36 anni; e Tiziano Barilotti, 32 anni.
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Sayanbull – che ha diverse decine di follower sul suo profilo Instagram – è noto per la sua collaborazione con Ion, un rapper, pugile e attore italiano, nato da madre tunisina e padre congolese. I video di alcuni dei loro brani, caricati su Youtube, superano il milione di visualizzazionie sono molto noti tra i giovanissimi.
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Le accuse al trapper Sayanbull e ai suoi amici
Il binomio musica trap-violenza non è un fenomeno nuovo, come dimostrano anche altre vicende di un passato anche molto recente e del resto lo stesso Sayanbull insieme a Parrini nel dicembre 2019 era già finito sotto accusa per un’aggressione a un barman e un buttafuori. Aveva poi chiesto scusa: “Siamo stati provocati, non abbiamo tentato nessuna estorsione, avevamo i soldi per pagare da bere. Abbiamo sbagliato”. Ma nel mentre non avevano perso occasione per insultare e minacciare i cronisti che si erano occupati del loro caso: “Per voi solo lame”, avevano scritto.
Sayanbull è anche accusato di aver aggredito in passato Gallagher, un altro trapper e due giovani promesse della scena, ovvero Ski e Wok. Il video di quell’aggressione era finito sulla pagina Youtube ‘Social Boom’ e addirittura Fedez si era scomodato per chiedere la chiusura di quella pagina. Questa non solo è attiva, ma è anche ricca di contenuti che inneggiano a una sorta di “guerra tra bande”. Tra le aggressioni che vengono contestate al trapper e ai suoi sodali ci sono quelle a Gallagher e al buttafuori, ma non solo: il trapper avrebbe anche picchiato per strada un bengalese e per questo rischia l’aggravante della discriminazione razziale.