Covid, primario Sacco: “Ospedali al collasso, così si torna a morire”

Maurizio Viecca, primario del Sacco di Milano, lancia l’allarme chiedendo misure più rigide per evitare il collasso degli ospedali.

L’allarme che proviene dagli ospedali delle zone maggiormente colpite dal Covid-19 sembra essere univoco. Ieri il sindaco di Milano Sala ha mandato una lettera firmata a 4 mani con il sindaco di Napoli De Magistris, in cui chiedeva la ministro Speranza se ritenesse davvero che Napoli e Milano dovessero essere soggette a lockdown. Si è trattato di una risposta alle dichiarazioni condivise dal consulente del Ministero della Salute Walter Ricciardi. In una successiva intervista il primo cittadino meneghino spiegava il perché ritenesse eccessiva una tale misura. In sostanza il sindaco spiegava che il numero di terapie intensive occupate era ancora basso rispetto alla soglia limite.

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La posizione del primo cittadino di Milano non è condivisa dal primario del reparto di cardiologia dell’ospedale Sacco, Maurizio Viecca. Il medico, intervistato dall’agenzia di stampa ‘Agi’, ha lanciato un allarme: “Gli ospedali di Milano sono la collasso, non c’è più posto per i pazienti. Avanti così, si rischia di morire in ambulanza o in casa, come accadeva in primavera”.

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Il primario del Sacco ritiene siano necessarie misure più restrittive

Il medico dice che sono necessarie misure più restrittive per evitare di incorrere in un dramma simile a quello vissuto in primavera. Il problema, spiega, non è la mancanza di posti letto o di strumentazione, ma quella del personale: “La crisi degli ospedali non dipende tanto dai posti liberi o meno, ma dalla mancanza di personale. Tanti operatori sanitari si sono ammalati, in percentuali che in primavera non si era riscontrate perché a Milano il virus circolava meno”.

Il Dottor Viecca spiega anche quali potrebbero essere le soluzioni per ridurre le occasioni di contatto nella città meneghina: “Occorre immediatamente ridurre i contatti, sui mezzi pubblici anzitutto. Si deve aprire l’Area C a Milano, si devono utilizzare pullman privati a uso turistico. E poi ci vogliono i controlli delle forze dell’ordine. Se il 95% delle persone utilizzasse mascherine a norma, avremmo migliaia di morti in meno e il lockdown sarebbe risolutivo e breve, come dimostra uno studio dell’Università di Washington”.

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