Covid, la foto simbolo del ristoratore affranto per la chiusura: “Mazzata finale”

Da ieri sul web gira la foto simbolo di questo momento difficoltà per il mondo della ristorazione italiana.

Nonostante le promesse del governo sugli indennizzi, la sospensione delle tasse e quella degli affitti, la misura contenuta nel nuovo Dpcm non può che fare temere un fallimento ai ristoratori di tutta Italia. Già tra marzo e maggio la categoria aveva subito un duro colpo agli incassi e alcuni ristoratori erano stati costretti a non riaprire i battenti finché non sono arrivati gli aiuti economici. Con difficoltà, durante i mesi estivi, si è cercato in tutto il territorio nazionale di riaprire e ripartire, ma dopo 5 mesi arrivano altre limitazioni e c’è chi teme che questa sia la batosta definitiva.

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Da ieri gira sul web quella che da tutti è vista come la foto simbolo di questo momento di difficoltà dei ristoratori. La foto è quella di Beppo, proprietario insieme alla figlia Elena Tonon del ristorante-gelateria ‘Ca’ Lozzio‘ di Oderzo (Treviso). L’uomo è seduto su una sedia fuori dalla sua attività con indosso la divisa da chef e la mascherina, lo sguardo è quello di un uomo stanco e sfiduciato, che teme il fallimento della propria attività.

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La foto simbolo del ristoratore affranto genera solidarietà sul web

 

Questo è mio papà. Un uomo che si è fatto dal niente, dalla povertà di una famiglia di mezzadri veneti. Una famiglia…

Pubblicato da Elena Tonon su Sabato 24 ottobre 2020

Accanto allo scatto, la figlia del ristoratore spiega la situazione: “Questo è mio papà. Un uomo che si è fatto dal niente, dalla povertà di una famiglia di mezzadri veneti. Una famiglia numerosa dove le donne dicevano che non avevano fame pur di lasciare il cibo ai figli. Gente umile, senza tanti fronzoli per la testa”. La stessa Elena poco dopo aggiunge: ”
È lì immobile il Beppo, pensieroso dopo aver scoperto che forse dobbiamo chiudere la nostra attività alle ore 18 e non dobbiamo neanche aprire alla domenica, giorno d’incasso assicurato per una attività come la nostra. “Questa è la mazzata finale” mi ha detto”.

Poco dopo è giunta l’ufficialità della chiusura alle 18 fino al 24 novembre, per fortuna è stata esclusa la chiusura domenicale, giorno in cui i ristoranti riescono ad ottenere gli incassi maggiori. Una consolazione, seppur magra, per il Beppo e la sua famiglia. Nelle ore successive alla divulgazione del Dpcm, sono stati in tanti gli utenti social che hanno mostrato solidarietà con il ristoratore affranto, una dimostrazione d’affetto che è stata accolta con gioia dalla figlia: “Nessuna persona è sola al Mondo finché ha anche solo un’altra persona che combatte insieme a lei. Ce la faremo. SI CHE CE LA FAREMO!”.

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