Lina Sastri, il dramma dell’infanzia: cosa fece il padre

Lina Sastri si racconta a 360 gradi, da quando se ne andò di casa a soli 17 anni alla donna e attrice che è diventata oggi, passando per il debutto con Eduardo De Filippo e il primo amore. 

In principio fu Napoli. Lina Sastri, un’attrice che ha lavorato da ragazzina con grandi maestri come Eduardo De Filippo e Peppino Patroni Griffi, sente che le sue radici affondano lì. “Io non ho la famiglia rumorosa, non cucino bene, non mangio il ragù. Però sono profondamente napoletana” dice in una lunga intervista con il Corriere della Sera. “Sono nata in una piccola casa dei vicoli, in una condizione popolare che amo e mi ha dato tutto quello che ho”, racconta.

Ma la prima giovinezza di Lina Sastri è stata anche segnata da assenze importanti. “Mio padre non c’era mai, si fece un’altra famiglia in Brasile, ha avuto due figli, i miei fratellastri, da due donne diverse, una bianca e una nera. Mai visti, nemmeno in foto. Papà è morto lì”. E non fece neppure in tempo ad applaudirla. Quanto alla madre, da cui invece si è sentita amata, si ammalò di Alzheimer e se ne andò. “I miei avevano la seconda elementare, la stessa età, belli, papà traditore, mamma gelosa” ricorda l’attrice.

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La confessione di Lina Sastri

Lina Sastri lasciò Napoli a 17 anni per il teatro. “Non l’avevo mai visto in vita mia – ricorda -. Lo dico in Appunti di viaggio, lo spettacolo dove recito, canto, ballo e racconto il mio vissuto artistico. Conobbi un ragazzo attore che fu il mio primo amore, mi fece scoprire Stanislavskij e Grotowsky. Vivevamo a Roma in un sottoscala senza acqua calda. Cominciai a lavorare con Armando Pugliese”. Poi nel 1978 arrivò Ecce Bombo di Nanni Moretti. “Venivo da Masaniello, da Natale in casa Cupiello di Eduardo in tv. Era un altro mondo”.

Quanto all’amore, la passione esplose con Alessandro Kocochinski, noto pittore e scultore. “Cantò una sua canzone: Com’è bello il mare. Lo conobbi così. Alessandro si mise a disegnare un Nettuno triste con un cavalluccio marino che ero io. Dopo sposò una donna meravigliosa che ha avuto accanto fino all’ultimo giorno di malattia. Era cieco, pieno di sofferenze. Andarsene, per lui, fu una liberazione”. Poi il matrimonio: “Sei mesi ,con un argentino. Avevo 35 anni. Ero ancora disposta a guardare il baratro e a buttarmici dentro”. E a chi le chiede se sia ancora disposta a innamorarsi, Lina Sastri risponde: “Lo vorrei eccome, non so vivere senza amore, è una condizione non umana”.

EDS

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