Coronavirus, italiani di ritorno dai Balcani sviluppano polmoniti interstiziali

Caso di coronavirus di ritorno a Piacenza: due uomini, di età inferiore ai 40 anni, hanno sviluppato una polmonite interstiziale dopo un viaggio nei Balcani.

Nelle ultime settimane si è discusso sulla tipologia di malattia che causa il Sars-Cov-2 in questo periodo dell’anno in Italia. I dati clinici indicano che la carica virale del Covid-19 è stata ridotta e che a partire da maggio la tipologia di malattia creata era molto meno grave di quella osservata nei mesi precedenti. Questo è un dato di fatto sul quale spingono molto i medici favorevoli alla corrente zangrilliana. Come spiegato dallo stesso medico del San Raffaele, questo non significa che il Covid sia sparito, che non possa tornare o che sia mutato nel tempo.

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I più prudenti, nonostante i dati clinici positivi, invitano la cittadinanza a non abbassare la guardia e spiegano che il virus è ancora in circolo e che focolai di contagio potrebbero generarsi con viaggi all’estero o all’interno di locali chiusi. Una possibile dimostrazione di questo rischio è quanto si è verificato a Piacenza nei giorni scorsi. Qui, infatti, sono stati riscontrati due casi di polmonite interstiziale da Coronavirus. I due soggetti sono due uomini di età inferiore ai 40 anni.

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Coronavirus, i casi di Piacenza

A riportare i due casi di malattia grave è il direttore del Pronto Soccorso e di Medicina d’urgenza dell’ospedale piacentino, Andrea Mangiacavallo: “In questi ultimi giorni abbiamo riscontrato alcuni casi di Covid importanti. Casi di malattie di un virus contratto in area balcanica, dove sono ancora in fase epidemica”. Il medico in un secondo momento evidenzia proprio come il rischio di una seconda ondata possa provenire proprio dai Balcani: “In questo momento quello è un territorio in cui il virus è molto aggressivo. Un territorio a noi vicino, con cui abbiamo rapporti. Una questione su cui riflettere”.

I due uomini, infatti, presentano una malattia classica, ovvero molto simile a quella che si sviluppava a marzo e aprile anche nel nostro territorio: “Il quadro della malattia è quello classico. Il virus ha una carica importante. Hanno sviluppato la malattia in forma classica, come l’abbiamo vista in primavera. E questo è il fatto nuovo”.

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