Frontiere aperte dal 1 luglio: no a Usa e Brasile

Dal 1 luglio riaprono le frontiere intercontinentali. Ecco i Paesi che non potranno entrare in Europa, tra gli Stati Uniti

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Chiuse le frontiere con gli Stati Uniti

Dopo la riapertura di maggior parte delle frontiere europee, ora è il turno di quelle intercontinentali. L’Unione Europea sta studiando un piano comune con una lista dei Paesi a cui aprire le frontiere dal prossimo 1 luglio. Fra quelli a cui sarà sbarrata la porta d’ingresso in tutti i Paesi dell’Unione ci sono al momento Stati Uniti, Russia e Brasile. La chiusura agli USA è quella che pesa di più sia per i rapporti diplomatici sia per gli scambi commerciali fra le due sponde dell’Atlantico. A fianco alla lista di chi non può entrare nell’UE e in Italia, c’è la lista dei paesi extra UE in cui noi non possiamo andare. In questo caso infatti non si ragiona per continente, ma per Paese. E l’Italia è fra le meno accettate.

Frontiere chiuse con gli Stati Uniti

Sulla chiusura della frontiera agli Stati Uniti ha un indubbio peso politico la scelta del presidente Trump di bloccare l’ingresso di oltre 500 mila persone in cerca di occupazione negli States. Il tycoon americano ha deciso infatti di bloccare i visti di lavoro fino al 31 dicembre 2020, ciò significa che 525 mila persone che avevano fatto richiesta e ricevuto il visto non potranno entrare negli Stati Uniti.

Lo stesso vale per gli stage, i ragazzi alla pari o gli scambi culturali fra studenti. Una mossa che ovviamente non è stata gradita in Europa e che potrebbe incidere sulla scelta di Bruxelles. La reazione degli europei è dovuta al grave danno economico che la scelta di Trump avrà sull’economia. Bloccare gli ingressi per lavoro, vuol dire fermare delle aziende che vogliono crescere e puntano agli USA o che devono trasferire del personale.

In realtà Trump non ha nessun interesse a creare problemi all’economia dell’Unione, quello che vuole è riacquistare consensi in patria e la linea dura contro gli immigrati, da qualsiasi parte essi provengano, è sempre stata gradita al suo elettorato.

La scelta della Casa Bianca è quindi quella di sospendere 4 categorie di visto fino al 31 dicembre: la H-1B, quella dei ‘lavoratori specializzati’, che rischia di essere un boomerang per gli States che dovranno privarsi per i prossimi mesi di eccellenze in vari settori. Poi la H-2B i lavatori stagionali, esentati i 250 mila braccianti per la raccolta dei pomodori; la J relativa a studenti, insegnanti e lavoratori estivi; la L che consente il trasferimento di manager e professionisti per un determinato periodo. Fino a fine dicembre inoltre non verranno rilasciate le green card.

Ma al di là dei dati lavorativi quello a cui l’Europa guarda per aprire o meno le frontiere è innanzitutto il dato epidemiologico. Se nel nostro continente la situazione è sotto controllo ed i contagi sono in calo ovunque, negli Stati Uniti la situazione è ben diversa. In ben 20 Stati Usa tra cui il Texas, la Florida e la California la curva dei contagi si sta alzando.

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