Vincenzo De Luca all’attacco: “Vergogna indegna di un Paese civile”

Il governatore campano Vincenzo De Luca è critico verso gli Stati Generali dell’economia e il rinvio del voto e punta il dito contro le “porcherie della politica politicante”. 

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Nuovo pesante attacco del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, contro il governo Conte. Nel suo consueto appuntamento settimanale via Facebook, il politico punta il dito contro gli Stati Generali dell’economia e il rinvio del referendum relativo al taglio dei parlamentari e del voto regionale e comunale a settembre: “Faccio una rapida battuta sulla situazione nazionale giusto per non perdere l’abitudine al masochismo – premette -. Da Roma ci arriva un quadro di grande confusione che ci convince ancora di più della necessità di prepararci nei nostri territori a risolvere i nostri problemi per quanto possibile…”.

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Il duro sfogo di Vincenzo De Luca

Il governatore De Luca non risparmia il suo sarcasmo a proposito degli Stati Generali: “Dureranno 10 giorni, cioè quanto un concilio ecumenico. Se qualcuno di noi aveva dubbi sulla decisione di sburocratizzare tutto, questa scelta di un confronto dalla durata di 10 giorni toglie ogni dubbio. Davvero siamo entrati pienamente nella società digitale. Avremo motivo di grande consolazione in questi giorni dopo questa sorta di concilio di Nicea, da cui riceveremo tante tante certezze e soprattutto tanta semplificazione del nostro Paese”.

Ma i toni si inaspriscono quando il governatore campano tocca il tema del rinvio del voto, chiesto dal M5S e dalle forze dell’opposizione di centrodestra: “E’ uno scandalo istituzionale di proporzioni enormi, più o meno nell’indifferenza generale. Siamo alla più totale irresponsabilità. In qualunque altro Paese civile ci sarebbe una rivolta. I presidenti delle Regioni avevano chiesto di andare al voto nell’ultima settimana di luglio, che era la cosa più seria, più logica, più razionale per poi stare tranquilli con l’apertura dell’anno scolastico e per affrontare il problema delle vaccinazioni nel mese di settembre”.

“Hanno detto di no – continua De Luca -. La motivazione è che la situazione di emergenza dura fino a luglio. In realtà, lo stato di emergenza è stato cambiato 100 volte: si aprono le palestre, i mercati, i campi di calcio, le discoteche, le sale da ballo, le spiagge. Si apre tutto, ma l’unica cosa che avrebbe assicurato una tranquillità dal punto di vista sanitario, e cioè l’esercizio del voto, non viene consentita. La verità è che tutte le forze politiche di questo Paese sono contrarie al voto perché hanno paura di andare a votare. M5S vuole menarla per le lunghe, la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono contrari e dunque andremo a votare a settembre E il governo non dice niente“.

E ancora: “Non ci sono parole per esprimere il livello di irresponsabilità e di cialtroneria del mondo politico italiano, in tutte le sue componenti con diverse gradazioni di irresponsabilità. Dunque, noi ci prepariamo a questa vergogna istituzionale. Nessuno dà una motivazione, anzi l’Iss aveva detto che la data più ragionevole del voto era la prima metà di settembre. Hanno invece deciso che la finestra per il voto sarà dopo il 15 settembre. Una vergogna. Pensate che l’opinione pubblica e il mondo dell’informazione stiano domandando qual è la ragione di questa vergogna? No. Ma la sappiamo tutti quanti: hanno paura di andare a votare. Quindi, preparatevi alla consumazione di questo delitto. Le forze politiche nazionali se ne infischiano del mondo della scuola e hanno deciso di calpestare il mondo della scuola, le famiglie e gli studenti”.

Infine il presidente campano si lascia andare a un’amara previsione: “Finirà come sempre in Italia: faremo finta di fissare delle regole, sapendo che quelle regole non potranno essere rispettate. Dunque, da Roma verrà un atto di totale disprezzo per il mondo della scuola, per le famiglie, per i cittadini elettori. Una vergogna indegna di un Paese civile. Però siamo in Italia. Dopo 2 mesi di emergenza abbiamo ripreso lo standard normale del nostro Paese: ammuina, fare finta, burocratismo, porcherie della politica politicante prive di ogni ragione di ogni dignità…”.

EDS

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