Vincenzo De Luca contro le aperture del 3 giugno: “Non le capisco”

Coronavirus, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca contro le aperture generalizzate del 3 giugno: “Non le capisco”.

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Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, con le sue dirette è diventato un protagonista indiscusso della politica nella fase del lockdown Coronavirus: sia i suoi ammiratori che i detrattori, ne hanno apprezzato l’arte retorica e la verve con cui ha affrontato la situazione.

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Per questo, ancora oggi, le sue affermazioni sono molto tenute in considerazione, soprattutto da parte di chi chiede maggiore cautela nelle riaperture dopo il lockdown legato all’emergenza Coronavirus. Il suo ultimo affondo riguarda la decisione di riaprire i confini regionali e con i Paesi dell’Unione Europea.

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La posizione di Vincenzo De Luca sulle aperture del 3 giugno

Fase 2

Osserva De Luca: “Davvero non si comprende quali siano le ragioni di merito che possono motivare un provvedimento di apertura generalizzata e la non limitazione della mobilità nemmeno per le province ancora interessate pesantemente dal contagio”. Quindi annuncia: “Adotteremo, senza isterie e in modo responsabile, insieme ai protocolli di sicurezza già vigenti, controlli e test rapidi con accresciuta attenzione per prevenire per quanto possibile, il sorgere nella nostra regione di nuovi focolai epidemici”.​

Il presidente della Regione Campania non risparmia ancora una volta stoccate ben assestate: “Si ha la sensazione che per l’ennesima volta si prendono decisioni non sulla base di criteri semplici e oggettivi ma sulla base di spinte e pressioni di varia natura. Si poteva decidere semplicemente, togliendo i nomi delle regioni, che i territori nei quali nell’ultimo mese c’era stato un livello di contagi giornalieri superiore a un numero prefissato (200 – 250 – 300…) fossero sottoposti a limitazioni nella mobilità per un altro breve periodo”. Quindi conclude: “Se la mia regione avesse ancora oggi un livello di contagio elevato, non esiterei a chiedere io, per un dovere di responsabilità nazionale, una limitazione della mobilità per i miei concittadini. Ciò detto, valuteremo le decisioni del governo, se e quando saranno formalizzate”.

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