Fase 2, l’infettivologo Galli: “1 metro di distanza? Non basta, servono i tamponi”

Intervenuto ad ‘Agorà’, l’infettivologo Galli sostiene che bisognerebbe fare i tamponi a tutta la popolazione per contrastare il virus alla radice.

Ad un giorno di distanza dall’inizio della “nuova” fase 2, l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli è intervenuto alla trasmissione di RaiTre ‘Agorà‘. L’esperto continua a sostenere che bisognerebbe effettuare i tamponi a tutta la popolazione per capire chi è ancora portatore del virus: “La valutazione alla fonte dell’esistenza o meno di persone contagiate in determinati contesti è, e sarebbe stata, il presidio fondamentale per evitare l’ulteriore, eventuale espansione dell’infezione. Andare a vedere chi è infettato o no è molto più importante del distanziamento”.

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Insomma il distanziamento è necessario per evitare che il contagio si diffonda, ma sapere chi potrebbe infettare gli altri e isolarlo sarebbe la misura migliore per evitare un ritorno ai dati di qualche settimana fa. Non a caso ci sono molto italiani che vorrebbero sottoporsi al test del tampone, ma per farlo sono obbligati a rivolgersi a delle cliniche private e pagare. Necessità Galli considera una sconfitta del sistema sanitario pubblico: “Si deve lavorare per dare risposte alle moltissime persone, anche molto irritate per questo, che chiedono di conoscere il proprio stato e preferirebbero non doverlo fare a pagamento. Inconcepibile che il pubblico decida che va bene così, non è stato in grado di dare questo genere di risposta ai cittadini”.

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Fase 2, l’infettivologo Galli: “Un metro di distanza non è sufficiente”

Successivamente l’infettivologo del Sacco si sofferma sulla questione distanziamento sociale. Sappiamo che bisogna tenere la distanza di un metro in luoghi aperti e di 2 metri in quelli chiusi. A suo avviso, però, questa precauzione potrebbe non essere sufficiente: “Dipende dalle circostanze, se c’è in giro qualcuno che tossisce e starnutisce il virus in giro, il metro può essere poco. Ma se non c’è questa circostanza, e le persone che non stanno bene se ne stanno a casa, il metro è ragionevole”.

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