Alessandra Clemente: chi è la figlia di Silvia Ruotolo, vittima della Camorra

Alessandra Clemente è la figlia di Silvia Ruotolo, vittima innocente della Camorra uccisa nel 1997. Ecco tutto quel che c’è da sapere su di lei. 

Silvia Ruotolo oggi avrebbe 58 anni. La donna è stata uccisa dalla camorra l’11 giugno 1997. Aveva 39 anni quando è stata colpita dal fuoco incrociato di un agguato camorristico che non era rivolto a lei, ma che ha spezzato la sua vita per sempre con una morte violenta e ingiusta, senza alcuna logica o giustificazione. Oggi a tenerne vivo il ricordo è sopratutto la figlia Alessandra Clemente. Conosciamola più da vicino.

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L’identikit di Alessandra Clemente

Alessandra Clemente è nata a Napoli il 23 Aprile 1987 sotto il segno del Toro. Ha un fratello, Francesco, e vive nel quartiere Vomero, zona collinare della città. Ha frequentato il Liceo Classico Jacopo Sannazzaro, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza ed è diventata avvocato dopo una pratica forense presso l’ufficio legale della FAI, Federazione Antiracket Italiana, dando tutela legale alle persone offese da episodi di criminalità organizzata come omicidi, racket e usura.

Il 29 gennaio 2013 Alessandra Clemente è stata nominata dal sindaco Luigi de Magistris Assessore alle Politiche Giovanili, creatività e innovazione del Comune di Napoli. E insieme con il “Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti di criminalità” e con l’Associazione Libera ogni giorno si impegna per costruire una cultura contro la camorra e le illegalità che si perpetuano in quei territori.

“Faremo insieme una fondazione dedicata a mamma”, le disse il padre Lorenzo quando aveva dieci anni e aveva appena perso l’amatissima mamma Silvia. La Fondazione Silvia Ruotolo onlus “Tutto ciò che libera e tutto ciò che unisce in memoria di Silvia Ruotolo” oggi è realtà. Alessandra e la sua famiglia hanno destinato parte del risarcimento economico, ottenuto dal Fondo di Solidarietà Vittime di Reati di tipo Mafioso (legge 512 del 1999) in virtù della costituzione di parte civile nel processo penale, per un impegno concreto contro la cultura criminale. L’obiettivo è quello di far emergere dal tessuto giovanile napoletano la voglia continua di cambiare le cose e contribuire allo sviluppo sociale, economico e culturale del territorio, senza sottrarsi a scelte coraggiose.

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