Primo Maggio, Mattarella: “Non ci può essere Repubblica senza lavoro”

In occasione della celebrazione per il Primo Maggio -Festa dei Lavoratori – Mattarella ha invitato il governo ad essere coeso e ripartire dal lavoro.

Siamo giunti al Primo Maggio, festa dei lavoratori, con il Paese ancora chiuso per il lockdown. Esattamente come successo per tutte le altre festività del periodo primaverile, dunque, gli italiani sono dovuti rimanere in casa ed anche la tradizionale cerimonia di Stato non si è tenuta. A differenza del 25 aprile, infatti, nemmeno il capo dello Stato Sergio Mattarella è sceso in strada. L’unico omaggio ai lavoratori è stato portato da due corazzieri in mascherina, che hanno depositato una corona di fiori dinnanzi alla sede dell’Inail in onore dei troppi morti sul lavoro.

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Sebbene non abbia partecipato pubblicamente a nessuna cerimonia, il Presidente della Repubblica non ha fatto mancare le proprie parole in occasione di questa festa. Nel suo messaggio alla nazione Mattarella chiede al governo: “Indicazioni ragionevoli e chiare da parte del governo ed è decisiva la capacità di adottare comportamenti coerenti”. Quindi sottolinea che ci prepariamo alla ripartenza, un passo possibile grazie ai sacrifici dei mesi scorsi: “La ripresa è possibile perché nei quasi due mesi precedenti siamo riusciti ad attenuare molto la pericolosità dell’epidemia. Dobbiamo difendere questo risultato a tutela della nostra salute”.

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Mattarella: “Non c’è Repubblica senza lavoro”

Il Presidente della Repubblica non dimentica le vittime ed i contagiati di questo periodo e sottolinea come la ripresa vada affrontata con prudenza e responsabilità per “non vanificare gli sforzi fatti”. Ma ritiene anche che ci si possa fidare degli italiani e che dunque si possa concedere loro maggiore spazio di manovra: “So che possiamo fare affidamento sul senso di responsabilità dei nostri concittadini, perché ci si continui a comportare con la necessaria prudenza”.

Infine il capo dello Stato parla del ritorno al lavoro e lo fa sottolineando come un “Paese maturo” come l’Italia possa uscire più forte da questa crisi. Invita dunque il governo a ridisegnare il mondo del lavoro: “Che deve valorizzare e non subire fenomeni come la globalizzazione e la, digitalizzazione dell’economia, con scelte lungimiranti”. Quindi cita direttamente la Costituzione quando conclude dicendo che bisogna ripartire proprio dal lavoro poiché: “non ci può essere Repubblica senza lavoro”.

Fabio Scapellato

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