Luigi Di Maio “frena” sul dopo Coronavirus: “Ecco quando si potrà ripartire”

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L’Italia non deve avere fretta di ripartire dopo il “blocco” imposto dal Coronavirus, soprattutto finché non vi saranno tutte le garanzie di sicurezza, secondo il ministro degli Esteri.

“Ripartiremo quando la comunità scientifica ce lo dirà”. I pensiero del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio mette al bando dai facili entusiasmi, dopo i dati rassicuranti di questi ultimi giorni su contagi e vittime da Coronavirus, e invita tutti a muoversi con la massima attenzione e cautela.

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L’Italia (e non solo) comincia a pensare a una riapertura graduale dopo il lockdown delle scorse settimane, ma Di Maio tiene a rimarcare che l’operazione va avviata “in sicurezza”. E solo “quando la comunità scientifica ce lo dirà è auspicabile che le attività produttive riprendano”.

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Il pensiero di Di Maio sull’uscita dall’emergenza Coronavirus

Parlando nel corso di un’audizione congiunta Camera-Senato sul tema Coronavirus, Luigi Di Maio ha messo in guardia dal rischio di commettere gli stessi errori dei Paesi stranieri “che per la fretta di riaprire tutto hanno dovuto chiudere tutto”.

Il ministero degli Esteri, ha ricordato Di Maio, si è mosso per “facilitare il rientro dei nostri connazionali dall’estero; reperire materiale medico-sanitario organizzandone, ove necessario, il trasporto; favorire l’arrivo di aiuti internazionali; sostenere le imprese italiane che operano all’estero con misure concrete a sostegno dell’internazionalizzazione”.

Quanto all’Unione Europea, secondo il titolare della Farnesina “ha fatto passi avanti importanti ma non ancora sufficienti. Né in qualità né in quantità”. “L’Unione si gioca la partita della vita”, ha infine aggiunto, sottolineando che “la sfida della pandemia è talmente straordinaria che richiede strumenti nuovi, ci impone di superare miopi egoismi nazionali e dimostrare, nei fatti, una solidarietà all’altezza dei nostri valori”.

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