Coronavirus, emergenza Rsa: 4mila morti, ma “dato sottostimato”

Emergenza Coronavirus nelle Rsa: un sondaggio dell’Iss rivela che ci sarebbero stati quasi 4mila morti, ma si tratta di un “dato sottostimato”.

(Emanuele Cremaschi/Getty Images)

I problemi più gravi in Italia nel pieno dell’emergenza Coronavirus si registrano nelle Rsa (le Residenze sanitarie assistite), dove il tasso di contagi e i numeri devono fare riflettere. Lo ha spiegato l’Istituto Superiore di Sanità, che in queste strutture ha effettuato un sondaggio.

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Si tratta di dati molto parziali e sottostimati, ma che nello stesso tempo restano comunque molto elevati. Al sondaggio hanno infatti risposto 577 strutture, pari solo al 27% di quelle contattate.

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Dati sottostimati ma gravissimi nelle Rsa: il cuore dell’emergenza Coronavirus

(MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Iss, ha sottolineato: “Noi vediamo molti focolai nelle Rsa e abbiamo una sottostima dei numeri dei decessi, è inutile negarlo: questo deriva dal fatto che in alcuni casi non viene fatto il tampone”. I dati parlano comunque di quasi 4mila morti, ovvero 3.859, dal primo febbraio e appunto sono dati molto incompleti. La percentuale maggiore di decessi, sul totale dei decessi riportati, è stata registrata in Lombardia (47.2%) e in Veneto (19.7%).

Sono morti l’8,4% dei residenti nelle Rsa e nel 17% delle strutture prese in considerazione si conta almeno un positivo al virus. Due le problematiche di fondo che hanno consentito di arrivare a numeri così catastrofici: la mancanza di Dpi (i dispositivi di protezione individuale) e la carenza di personale. Pesa un altro dato: sul totale delle vittime, 133 erano risultati positivi al tampone e 1310 – il 37,4% – avevano presentato sintomi simil-influenzali. Ancora una volta i dati della Lombardia sono più elevati della media nazionale.

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