Emanuele Renzi, il giovane papà romano ucciso dal Coronavirus

Il dramma di Emanuele Renzi, il giovane papà romano ucciso dal Coronavirus: era tornato da un viaggio a Barcellona, poi i primi sintomi.

(Facebook)

Aveva solo 34 anni Emanuele Renzi, la più giovane vittima del Coronavirus a Roma. Ex studente d’ingegneria, poi dipendente di call center, trasferitosi a Roma dai tempi dell’università, lavorava per una società privata.

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L’uomo era anche papà di un bambino di sei anni. Si stanno ora cercando i contatti che l’uomo avrebbe avuto prima che si scoprisse il contagio.

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La ricostruzione del dramma di Emanuele Renzi, ucciso dal Coronavirus

(Marco Di Lauro/Getty Images)

“Emanuele è morto perché in ospedale è arrivato in ritardo. I primi sintomi sono stati sottovalutati”, la denuncia di un parente, secondo quanto riferito dal ‘Corriere della Sera’. A confermare il decesso è stato Angelo Lupi, sindaco di Cave, cittadina di origine di Emanuele Renzi. Da quanto si apprende, il giovane papà – che non aveva a quanto pare alcuna patologia – era tornato da un viaggio a Barcellona.

Il padre accusa: “Mio figlio aveva un fisico integro, perfetto. Da sportivo. Era sanissimo, non fumatore…”. Vengono ricostruiti gli ultimi giorni di vita dell’uomo: era stato a Barcellona dal 6 all’8 marzo e il 9 marzo è stato il suo ultimo giorno di lavoro. L’11 aveva iniziato a star male e il 16 è stato trasferito, su indicazione del suo medico, al Policlinico di Tor Vergata dove entrava in terapia intensiva. Nelle scorse ore la drammatica notizia del decesso.

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