Coronavirus, violazioni al decreto: dalle passeggiate fuori porta ai fumatori

Ieri i controlli a tappeto delle forze dell’ordine hanno portato alla luce un grosso numero di violazioni al decreto Conte: ecco i casi più assurdi.

Sebbene il Governo abbia fatto capire ai cittadini che la situazione che stiamo vivendo è di piena emergenza, ci sono ancora tantissime persone che non hanno compreso appieno la gravità. Il decreto Conte sulle restrizioni di movimento obbliga a rimanere a casa e permette una deroga a questo obbligo solamente per motivi di reale necessità. Tra queste ci sono le esigenze sanitarie, quelle lavorative e quelle legate all’acquisto di beni di prima necessità. Viene consentito anche di fare una passeggiata o dell’attività fisica, ma bisogna farle mantenendo la distanza di sicurezza e non allontanandosi troppo dalla propria abitazione.

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Nel corso di questa prima settimana di quarantena, sono stati numerosi i cittadini che hanno violato le norme. Le violazioni sono andate dalla creazione di assembramenti all’aperto nei parchi, all’organizzazione di feste, dalla partecipazione alle Messe a gruppi di “atleti” che correvano tutti insieme. Insomma appare evidente che molte persone non abbiano realmente compreso il rischio che comporta questa epidemia, costringendo le forze dell’ordine ad un lavoro extra.

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Coronavirus, le violazioni al decreto: dalla passeggiata fuori porta con il cane ai fumatori di spinelli

La giornata di ieri ha confermato che molti non hanno compreso la gravità della situazione. Violazioni al decreto Conte sono state registrate sia al nord che al sud. Una donna di Bergamo, ad esempio, è stata beccata a far passeggiare il cane a 30 chilometri di distanza dalla sua zona di residenza. A Roma, dirigenti e professori di un’istituto scolastico sono stati denunciati per aver organizzato un barbecue all’interno del cortile della scuola. A Catania, invece, 5 pregiudicati sono stati denunciati dai Carabinieri perché stavano fumando e condividendo una canna in piazza. Nel frattempo molti sindaci hanno deciso di chiudere i parchi e le ville comunali per evitare gli assembramenti all’aperto.

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