Coronavirus, l’esperto: “La fuga dal nord? Un errore. Il virus è in fase esplosiva”

Coronavirus: in una recente intervista il direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare di Pavia ha spiegato perché la fuga del nord è stata un errore.

Sabato sera è emersa in rete una bozza del decreto legge, successivamente approvato, sull’allargamento della zona rossa a tutta la Lombardia e a 14 province al di fuori. Non appena la notizia del nuovo provvedimento è emersa si è assistito a fenomeni di panico di massa, con persone intente a fuggire dalla Lombardia con qualsiasi mezzo a disposizione. La fretta nella fuga era dovuta al fatto che in quel momento il decreto non era ancora stato approvato e dunque era ancora possibile allontanarsi prima di rimanere bloccati nella zona di sicurezza.

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Un simile comportamento potrebbe anche avere effetti negativi sulle regioni in cui le persone sono andate a rifugiarsi, tanto che alcune di esse hanno disposto la quarantena per chi giunge dalle zone a rischio. Di certo chi è fuggito non ha riflettuto sulle possibile conseguenze del suo gesto, ma l’errore di fondo è stato fare emergere la bozza del decreto prima dell’approvazione.

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Coronavirus, l’esperto: “La fuga dal nord è stato un errore di comunicazione”

Intervistato da ‘Leggo’, il direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare di Pavia, il professor Giovanni Maga, sottolinea che la causa della fuga è da attribuire soprattutto a chi ha fatto trapelare la bozza del decreto: “È stato un errore di comunicazione. Le maggiori responsabilità, in quel caso, sono di chi ha lasciato trapelare la bozza del decreto non definitivo e di chi lo ha diffuso. Non credo ci sarà una nuova ondata di casi, ma l’accaduto deve far riflettere”.

Sebbene ritenga che la fuga non porterà all’esplosione di altri focolai, l’esperto spiega che in questo momento c’è da attendersi una crescita continua dei contagi: “Il virus è nella fase esplosiva, i casi sono in crescita. Questa fase continuerà almeno per due settimane prima di poter vedere segnali di un eventuale rallentamento”. Per quanto riguarda eventuali previsioni sulla durata a lungo termine, però, l’esperto non si sbilancia: “Impossibile fare previsioni su orizzonti temporali più lunghi. L’importante è che l’intensità maggiore dei casi si mantenga nelle aree al momento interessate. Se riusciamo a tenere tutto confinato, è molto probabile che la cosa possa rientrare più rapidamente”.

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