Coronavirus, la Protezione civile può espropriare e requisire immobili

Il governo ha approvato un nuovo decreto sul Coronavirus con il quale permette alla Protezione Civile di espropriare immobili in caso di necessità.

Continua l’azione di governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus nel nostro Paese. Dopo un consiglio dei ministri durato due ore e mezza è stato approvato un nuovo decreto con il quale si permette alla Protezione Civile di avere facoltà di espropriare beni mobili e immobili. Il decreto prevede anche la possibilità che le strutture, alberghi, ospedali o cliniche private possano essere temporaneamente requisite. Le misure in questione sono d’emergenza e potrebbero non essere mai applicate, ciò nonostante, in caso di ulteriore diffusione del virus la Protezione Civile sarebbe pronta a reagire velocemente.

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La bozza del decreto fa distinzione tra requisizione in uso ed esproprio e specifica che i beni consumati o alterati possano essere espropriati solo in proprietà. Chiaramente il governo ha previsto anche l’indennità sia per gli espropri che per le requisizioni. Le requisizioni, inoltre, avranno una durata massima di 6 mesi, superati i quali l’occupazione dell’immobile si tramuterà in espropriazione.

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Coronavirus: indennità per le espropriazioni

Nel caso in cui un immobile venga espropriato dalla Protezione Civile per mettere in quarantena le persone infette, il proprietario dell’immobile verrà risarcito con l’intero valore dell’immobile al 31 dicembre 2019. Diversa invece l’indennità per le requisizioni in uso. Nel decreto si legge: “l’indennità è pari, per ogni mese o frazione di mese di effettiva durata della requisizione, a un sessantesimo del valore calcolato per la requisizione in proprietà”.

Nella bozza del decreto si parla anche del potenziamento della sanità pubblica. Nei prossimi giorni verranno acquistati 5mila impianti di ventilazione assistita. Inoltre è previsto un piano assunzione per 20 mila tra medici, infermieri e operatori.

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